VARMA NISHU

Title:LA SPOSA MISTERIOSA
Subject:FICTION Scarica il testo


Nishu Varma

LA SPOSA MISTERIOSA

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Da I BASTONI DELLO YETI E ALTRE FAVOLE DI NEPAL
EMI 1996

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Rup Sing era il giovane figlio di un ricco commerciante. Non gli mancava niente: aveva una grande casa, bei vestiti, tutti i migliori cibi da mangiare e... soprattutto aveva un padre che lo adorava. Anche il commerciante era quasi contento del figlio... Quasi? Sì, quasi, perché avrebbe voluto che il figlio lo aiutasse nella gestione degli affari, ma quest'ultimo era gentile, semplice, generoso verso gli altri, ma per gli affari non era proprio portato.
Quando fu il momento, il commerciante volle trovare una sposa per il suo Rupe (lo chiamava così, con questo vezzeggiativo). Voleva una donna bella, intelligente e pratica. Parenti e amici avevano trovato una marea di ragazze. Non c'è problema quando si tratta di sposare un giovane bello e ricco!
Tuttavia, il padre di Rupe non era soddisfatto. Quindi suggerì al figlio: «Andiamo da tuo nonno materno per parlargli di questa faccenda. Forse sarà in grado di darci una mano. In fin dei conti tua madre apparteneva a quel villaggio ed era una donna molto saggia oltre che bella».
I due si misero in viaggio. E grande fu la gioia del nonno quando vide il nipote dopo tanti anni. Il commerciante gli espose il suo problema e chiese aiuto al suocero. L'anziano fece conoscere a Rupe alcune belle ragazze e quest'ultimo ne scelse una che era particolarmente brava e aveva modi gentili.
II loro matrimonio fu subito benedetto e il commerciante organizzò una festa per celebrare l'avvenimento. La gente dei due villaggi fu tutta invitata per partecipare ai festeggiamenti e la festa fu veramente bella, addirittura sfarzosa.
Passato un mese dalle nozze, un giorno il commerciante volle mettere alla prova l'intelligenza della nuora. Le chiese, perciò: «Figliola, sapresti dirmi quanto ho speso per il vostro matrimonio?>> La giovane rispose subito: «Pari ad un chilo di frumento».
Offeso, il commerciante borbottò; «Che risposta stupida! Tutti sanno che ho speso un patrimonio per la festa e questa ragazza vuol ridurlo a un chilo di frumento!... Dovrò trovare un'altra moglie per mio figlio, perché questa mi pare proprio scema!». A quei tempi, si poteva cambiare moglie (o marito) solo se questa (o questo) erano dei buoni a nulla. Il commerciante era convinto che la nuora si fosse dimostrata proprio incapace e quindi decise di rimandarla dai genitori. A Rupe la decisione non piacque, ma non ebbe il coraggio di opporsi a suo padre.
Partirono, dunque, per riportarla a casa e dopo alcune miglia i nostri viaggiatori si trovarono faccia a faccia con un corteo funebre. La donna disse ad alta voce: «Chissà se la salma è di un uomo o di cento uomini?!». Commento originale, direi! I familiari del defunto, che erano sicuramente tristi, a questo commento diventarono anche arrabbiati e il commerciante fece fatica a calmarli. Più tardi disse alla nuora: «Tieni la bocca chiusa, se non riesci a dire altro che stupidaggini!». La donna accettò il rimprovero con un inchino.
Due miglia più avanti i tre incontrarono alcuni contadini impegnati nella raccolta della frutta. Il commerciante decise di fermarsi a fare merenda e magari anche un sonnellino. All'improvviso la donna chiese a un contadino: «State raccogliendo il frutto di quest'anno o dell'anno scorso?». «Che domanda sciocca! Non sai che si raccoglie il frutto alla fine di ogni stagione? Certo che questa è la raccolta dell'anno in corso» esclamò il contadino e tutti gli altri si misero a ridere.
Che vergogna! Il commerciante si sentì umiliato; rinunciò al sonno e alla merenda e, senza dire una parola, ricominciò la marcia. La nuora sapeva che il suocero era furioso, ma era un fatto di cui non si curava! Anzi, lo guardava ogni tanto di nascosto e sorrideva fra sé e sé. Che donna stravagante!
I tre viaggiatori si fermarono soltanto molto tempo dopo presso una taverna per trascorrervi la notte e ripartire presto all'indomani. Ma la mattina dopo i due uomini non riuscivano più a trovare la donna. Era come se fosse sparita nel nulla. Cercarono ovunque, ma di lei nessuna traccia!... Il commerciante cominciò ad avere rimorsi per il modo in cui si era comportato nei suoi confronti. Credeva di essere lui la causa della sua scomparsa.
Sconcertati, i due andarono a fare due passi nel bosco, vicino alla taverna. Là videro una figura femminile sotto un albero. La donna guardava all'infinito, con un'aria assorta. Sembrava quasi che fosse concentrata in una visione. Poi, improvvisamente, prese un piccone e cominciò a scavare sotto l'albero. Quando il buco fu sufficientemente grande, mise dentro la mano e ne tirò fuori una giara piena di riso. Infilò la mano nella giara e venne fuori una scatola d'oro, piena di gioielli e pietre preziose.
Allora i due uomini si resero conto della straordinarietà della donna. Il commerciante le disse: «Da quello che ho visto, penso che tu hai poteri speciali. Sono molto curioso di sapere il perché delle tue azioni». La donna rispose; «Vedete quel passero che sta mangiando il riso? Aveva fame e si lamentava perché nessuno sapeva del riso sepolto sotto l'albero. Mentre scavavo, il suo canto mi ha rivelato l'esistenza del tesoro». Grande fu la sorpresa dei due uomini nel sapere che lei conosceva il linguaggio degli animali.
Incuriosito, suo marito le chiese: «Perché hai fatto quella domanda assurda al contadino?». «Volevo solo sapere se erano liberi dai vari debiti dell'anno scorso, oppure se dovevano sdebitarsi con il ricavo di questa raccolta. Solo colui che ha saldato i debiti, riceve davvero l'attuale guadagno del proprio lavoro!».
Al commerciante piacque molto il ragionamento e volle sapere perché la nuora si era comportata in modo così strano con i parenti del defunto. La donna disse: «La morte di cento uomini crudeli e senza pietà non ha alcuna importanza per l'umanità. Il venir meno di un uomo generoso e pio lascia un vuoto nel cuore di almeno cento persone. Con la mia domanda volevo solo capire se il defunto era buono o cattivo!».
Il suocero si rese conto dell'errore che stava per commettere, rinunciando ad una donna che sapeva andare oltre le cose ovvie e scontate. Le fece l'ultima domanda per pura curiosità: «Perché ritenevi che io avessi speso solo un chilo di frumento per il vostro matrimonio?«. La donna rispose: «L'offesa era deliberata, perché tutto quello che è stato speso per augurare un matrimonio felice valeva solo quanto un chilo di frumento. Tutto il resto Lei lo ha speso per soddisfare il suo orgoglio, per far vedere al mondo cosa fosse capace di fare per il proprio figlio!».
L'uomo chinò la testa dinanzi alla nuora. Le diede le chiavi della casa e della cassaforte, dicendo: «Mi scuso per averti trattato come una stupida. Ora ho capito il tuo valore e ne sono felice. Finalmente ho trovato qualcuno cui affidare gli interessi di mio figlio. Prenditi cura di lui, dei miei affari, della mia casa».
Guardò amorosamente il figlio, a lungo, poi riprese con un sospiro: «Forse è arrivata l'ora di realizzare un sogno che nutrivo da tanto tempo: volevo fare un pellegrinaggio, ma non potevo lasciarti solo. Ora so che posso fidarmi di tua moglie e mi sento più sicuro. Posso, quindi, incominciare il viaggio. Addio e buona fortuna!».
Così, lasciando il futuro del figlio nelle mani della giovane donna, si volse alle alte montagne. E mentre egli si incamminava verso la nuova mèta, i due sposi tornarono a casa, dove vissero felici e contenti

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