KONDSCHAK HEINER

Title:Il tesorino della piratessa
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Il tesorino della piratessa
Heiner Kondschak

°***°***°***°

PERSONAGGI

LEI
ANJA, bambina di otto anni, ma anche: sua Madre;
Anne Bonny, il flagello dei Caraibi;
alcune delle 14 mogli di Barbanera;
uno squalo.

LUI
NIKO, bambino di otto anni, ma anche: suo padre;
Blackbeard, il terribile pirata Barbanera;
il cuoco di bordo;
il pappagallo.

I personaggi principali sono una bambina e un bambino di otto anni.
Gli attori sono un uomo e una donna, adulti. Durante la rappresentazione è previsto che gli attori escano dal ruolo di bambini, assumendo le parti dei loro genitori e dei personaggi di fantasia da loro creati.
Alcuni atteggiamenti e gesti assunti in scena sono ispirati dai suggerimenti dati dal pubblico durante il Prologo.
I giochi preferiti indicati dagli spettatori saranno incorporati nella storia.
Nel copione sono indicati alcuni esempi.
Durante la rappresentazione, come nel Prologo, ci sono alcune improvvisazioni in interazione con il pubblico, nel copione sono illustrati alcuni esempi.
La dotazione di scena consiste in un tavolo con un cassetto, due libri, una cornice vuota, uno spazzolone con il manico smontabile, una bottiglia, un foglio bianco e una penna di pappagallo.

°***°

Prologo
(Improvvisazione: Prologo con saluto al pubblico.)

UOMO: Prima di iniziare lo spettacolo, abbiamo bisogno del vostro aiuto. In questa storia noi recitiamo le parti di due bambini di otto anni, e io anche quella del padre del ragazzo...

DONNA: ... e io della madre della bambina. Non ho figli e vorrei che una madre qui presente mi aiutasse. Mi fate vedere una madre che parla con la sua bambina di otto anni?
(Una madre del pubblico mostra alcuni gesti e atteggiamenti caratteristici.)
Grazie e applausi!

UOMO: C’è qualche spettatore che mi fa vedere qualche atteggiamento tipico di un padre quando parla con suo figlio?
(Un padre mostra alcuni gesti e atteggiamenti caratteristici.)
Grazie e applausi! E, visto che ho già passato gli otto anni da un pezzo, vorrei chiedere a un bambino di mostrarmi suo padre quando gli parla.
(I bambini del pubblico fanno vedere gesti e atteggiamenti caratteristici.)
Grazie e applausi!

DONNA: Vorrei che qualche bambina ci mostrasse cosa fa quando sua madre le parla.
(Le bambine del pubblico fanno vedere gesti e atteggiamenti caratteristici.)
Grazie e applausi! E adesso vorrei sapere dalle bambine: qual è la vostra occupazione preferita? Che giochi fate?
(Le bambine del pubblico dicono la loro: ballare, saltare la corda, nuotare, fare arrabbiare i compagni, giocare con le bambole ...)
Grazie!

UOMO: E quali sono i giochi preferiti dei ragazzi?
(I bambini del pubblico dicono la loro: calcio, lotta, bicicletta, computer, fare arrabbiare le compagne, parlare di auto...)
(Fine dell’improvvisazione.)

UOMO: Grazie! (Alla donna.) Hai tutto?

DONNA: Ho tutto, e tu?

UOMO: Anch'io.

ENTRAMBI: Allora, cominciamo!

(Musica. )

DONNA: Allora, questo è Niko! Ha otto anni, gli piace (cfr Prologo) giocare a calcio, ama la lotta, il computer e le auto veloci, cerca sempre di fare arrabbiare le ragazzine e va spesso in bicicletta. E questo è suo padre Paul. (L'attore assume il ruolo del padre.)

UOMO: E questa è Anja! Anche lei ha otto anni, va matta per (cfr Prologo) il ballo, il salto della corda, il nuoto, fa arrabbiare sempre i suoi compagni e gioca spesso con le bambole. E questa è sua madre Verena! (La donna assume il ruolo della madre.)
(Fine della musica.)

ANJA: (al pubblico) La nostra storia comincia un paio di settimane prima delle vacanze. Un giorno mia madre entra nella mia stanza e mi dice:

MADRE: Anja, ti ho parlato altre volte di Paul, un caro amico. Devi sapere che Paul ha preso in affitto una bella casa sulla riva di un laghetto alpino. E, pensa un po', ci ha invitato a passare le vacanze con lui. Un mese in Baviera! Che ne dici?

ANJA: Ha figli?

MADRE: Sì, uno.

ANJA: È una bambina o un bambino?

MADRE: Un bambino, si chiama Niko.

ANJA: Non ho nessuna voglia di giocare per un mese con un bambino antipatico!

MADRE: Guarda che Niko è un bambino veramente simpatico e gentile. Non è come quei monelli egoisti della tua classe. Lo dice sempre, suo padre. Ed è anche carino, con dei magnifici capelli lunghi! Guarda, ti faccio vedere delle foto.
(La madre solleva la cornice e Niko improvvisa i giochi preferiti dai maschi, come da Prologo, tenendosi all'interno della cornice, in modo da simulare delle foto.)
Qui vedi Niko che gioca a pallone, che va in bici, al computer, che guarda un'auto, in visita a sua zia Erika. Allora, Anja, che te ne pare?

ANJA: (al pubblico) E poi mia madre cominciò a farmi una testa come un cocomero, di questo e di quello, finché alla fine non dissi di sì. In fondo, un mese in Baviera in riva al lago … non sembrava poi così male.

NIKO: (Al pubblico.) Nel mio caso è andata così: un paio di settimane prima delle vacanze, mio padre torna a casa e mi dice:

PADRE: Senti un po, Niko, ho preso in affitto per un mese una casetta sul lago, in Baviera. E ... ti ho già parlato tante volte di Verena, una cara amica … le ho chiesto se vuol passare le vacanze con noi. Che te ne pare?

NIKO: Ha figli?

PADRE: Sì, uno.

NIKO: Maschio o femmina?

PADRE: Una bambina, si chiama Anja.

NIKO: Non ho nessuna voglia di giocare per un mese con una bambina lagnosa!

PADRE: Senti un po', Anja non è affatto come le ragazzine smorfiose della tua classe, è una bambina veramente come si deve. Sua madre lo dice sempre. Ed è anche piuttosto cresciutella. Guarda, ho con me delle foto.
(Anche qui le foto e le posizioni si riferiscono al Prologo.)
Qui vedi Anja che nuota, balla, salta la corda, che gioca con le sue bambole.
Allora, Niko, che ne pensi?

NIKO: (al pubblico) E poi mio padre cominciò a farmi una testa come un cocomero, di questo e di quello, finché alla fine non dissi di sì. In definitiva, un mese in Baviera in riva al lago … non sembrava poi così male.
E così partimmo in viaggio per il lago; non eravamo là da nemmeno due ore, quando arrivarono, lei, Anja, e sua madre.

ANJA: (al pubblico) E così partimmo in viaggio per il lago: quando arrivammo, erano già là, lui, Niko e suo padre.
… 'giorno.

NIKO: Ciao. Che ci fai qua?

ANJA: Vado a spasso.

NIKO: (al pubblico) Bella risposta.

ANJA: E tu, che cosa fai?

NIKO: Vado a spasso anch'io.

ANJA: (al pubblico) Che fantasia! – Sai saltare la corda?
(Qui i giochi vanno scelti tra quelli indicati dal pubblico nel Prologo)

NIKO: (al pubblico) Incredibile! – Potrei, ma non voglio. Sai giocare a calcio?

ANJA: (al pubblico) Che stupido! – Potrei, ma non voglio. Ti piace giocare con le bambole?

NIKO: (al pubblico) Dite un po', ma quanti anni avrà, questa? – Potrei, ma non voglio. Ti piacciono le auto?

ANJA: (al pubblico) Quanti cavalli ha una Mercedes 240 dell' ‘86? Lo so, ma non glielo dico.

NIKO: (al pubblico) Da come andava, pensai subito: questo mese comincia proprio bene. Non mi è mai piaciuto giocare con le bambine. Sono sempre così brave e noiose e sempre vestite così chic e non ti fanno mai copiare e, soprattutto, ridacchiano sempre ... (Anja si fa di colpo seria e Niko se ne accorge. Allora ridacchia lui come una bambina)

ANJA: Non ridere così, come uno stupidino.

NIKO: Non rido come uno stupidino.

ANJA: (al pubblico) Non mi è mai piaciuto giocare con i bambini. Sono chiassosi e sfacciati, ti spintonano sempre in cortile, vogliono sempre copiare, puzzano sempre di sudore e, soprattutto, sanno sempre tutto loro ...

NIKO: Guarda che io non ho mai preteso di sapere tutto.

ANJA: Visto? Ne sanno sempre una più di voi.

NIKO: Santo cielo! Che scemenza!

ANJA: Eccolo: un saputello scemo.

(Ciascuno si volta dalla sua parte. Anja prende il suo libro.)

NIKO: Che cosa leggi?

ANJA: Non sono fatti tuoi.

NIKO: (al pubblico) Che bel titolo!

ANJA: Lo dico a te: non sono fatti tuoi.

NIKO: E io lo voglio sapere lo stesso.

ANJA: E non ti deve interessare.

NIKO: Guarda, guarda, laggiù in fondo... (Mentre Anja si volta, le strappa il libro di mano e legge il titolo.) "Piratesse". Che stupidaggine: le piratesse non esistono.

ANJA: (Si riprende il libro.) E invece sì, guarda! (Gli mostra una figura del libro)

NIKO: Eccola là. Vestita con stracci da uomo. Una che voleva essere un uomo.

ANJA: Che stupidaggine! Si vestiva così perché altrimenti non sarebbe nemmeno riuscita a salire su una nave. Perché gli uomini erano troppo stupidi per capire che anche le donne potevano fare il pirata, e meglio di loro! Perché gli uomini non hanno niente nella zucca, a cominciare dai bambini di otto anni. Quindi, piantala! Ascolta, invece! (Legge.) “Banchi di nebbia incombevano sui Caraibi. I gabbiani gracchiavano, sbattendo le ali, attorno all'albero maestro. Ondate enormi spazzavano la tolda. Il capitano dai lunghi capelli scrutava la distesa infinita ...