FIAMMAEVA

Title:UN TACCHINO VANITOSO
Subject:ITALIAN FICTION Scarica il testo


fiammaeva

UN TACCHINO VANITOSO



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Nella grande aia di una fattoria di campagna, viveva, tra polli e galline, il tacchino Vanesio, il cui nome era stato scelto proprio a pennello, data la sua innata convinzione di essere il più bello tra gli animali della fattoria. In effetti il nostro tacchino non era poi questo esemplare di bellezza come gli piaceva credere, ma egli sembrava non accorgersene quando attraversava l'aia col suo incedere caracollante e la cresta che gli scendeva lungo il becco. Vanesio passava ore ed ore al mattino, rimirandosi allo specchio e lisciandosi le penne, prima di uscire a passeggio col petto gonfio di orgoglio; gli altri animali lo prendevano spesso in giro al suo passaggio, ma Vanesio non prestava loro molta attenzione, convinto che lo facessero solo per invidia; la sua superbia era ormai divenuta proverbiale in quel luogo, ma gli altri animali, nonostante ciò, avevano imparato a volergli bene.
Da qualche giorno si aggiravano nei pressi della fattoria due strani tipi dall'atteggiamento misterioso, che osservavano il nostro amico con fare circospetto, suscitando la curiosità di tutti tranne che di Vanesio che non si era minimamente accorto di loro, occupato com'era nel prendersi cura di sé stesso. Dopo averlo osservato per un po', i due individui gli si avvicinarono per presentarsi:
"Mi permetta di fare la sua conoscenza, gentile signor tacchino. Io sono Mister Volponi e questo è il mio assistente, Mister Fainelli. Lavoriamo nel cinema e siamo in cerca di nuovi volti per il prossimo grande film che io stesso dirigerò. Abbiamo sentito parlare di lei qui nei dintorni come il più affascinante tacchino del posto e ci chiedevamo se vorrebbe farci l'onore di lavorare per noi".
Il tacchino Vanesio non poteva credere alle proprie orecchie: era l'occasione che attendeva da tempo e prima ancora di rispondere il suo becco si allargò in un sorriso che gli arrivava fino alla cima della cresta :
"Ho molti impegni in questo periodo, ma siccome mi siete simpatici vedrò di liberarmi per farvi cosa gradita", rispose il tacchino più tronfio che mai. I tre si misero d'accordo per iniziare le riprese del film dicendo che sarebbero tornati il giorno seguente per condurlo sul luogo previsto di persona e con fare mellifluo si congedarono fregandosi le mani.
Intanto il gallo Rocco, che aveva subito diffidato degli stranieri e difficilmente si lasciava abbindolare dagli sconosciuti, aveva assistito al colloquio ed avvicinatosi al tacchino Vanesio si fece raccontare cosa essi volevano.
"Finalmente avrò l'occasione di diventare famoso", disse il tacchino; "Quando sarò un attore celebre tutti i giornali parleranno di me e voi potrete dire di avermi conosciuto!";
"Non per smorzare il tuo entusiasmo, ma non credi che sarebbe meglio essere cauti ed informarsi sulle reali intenzioni di quei signori?", disse il gallo Rocco;
"La tua è soltanto invidia del fatto che non sei stato scelto al mio posto perché io sono più bello di te!", rispose altezzoso Vanesio e così dicendo voltò la sua ruota di piume e si allontanò da Rocco.
Il giorno successivo, come deciso, il tacchino Vanesio si incontrò con Mister Volponi e Mister Fainelli ed insieme si avviarono verso il luogo delle riprese; ma a poca distanza da loro senza essere visto, li seguiva il gallo Rocco, il quale per niente convinto dalle parole di Vanesio voleva accertarsi personalmente di ciò che c'era sotto. Arrivarono in un prato quasi deserto, davanti ad un grosso pentolone pieno d'acqua, appoggiato sopra una catasta di legna e Mister Volponi spiegò che faceva parte della scenografia del film: "Si tratta di un film sui cannibali e il protagonista è sul punto di venire ucciso da essi, ma poi riuscirà miracolosamente a liberarsi", e mentre diceva ciò, Mister Fainelli legava le zampe del tacchino Vanesio, aiutandolo ad entrare nella pentola. Quando egli fu dentro, i due compari, leccandosi i baffi, accesero la legna e si misero ad aspettare. Intanto il tacchino chiedeva:
"Come mai l'acqua sta diventando sempre più calda? E quando arriverà il momento in cui verrò liberato?";
"Pazienta ancora un po'", sogghignava Mister Fainelli. Ma all'improvviso da un cespuglio saltò fuori il gallo Rocco che aveva capito le malefiche intenzioni dei due falsi registi cinematografici ed armato del suo becco acuminato iniziò a rincorrerli infliggendo delle potenti beccate sui loro didietro. I due se la diedero a gambe levate e non si fecero rivedere mai più da quelle parti.
Dopo essere stato tratto in salvo, il tacchino ringraziò l'amico gallo:
"Senza il tuo aiuto adesso sarei un bellissimo tacchino lesso!", disse Vanesio e dopo la lezione ricevuta imparò a limitare la sua vanità e a non fidarsi troppo degli sconosciuti.


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