LEGGENDE DELL'ASIA MINORE

Title:NEL REGNO DELLE OMBRE E DELLA LUCE
Subject:OTHER LITERATURES Scarica il testo


Nel regno delle ombre e della luce


Kessi si trovò dinanzi a una porta immensa; da un lato vi era un drago accovacciato e dall'altro alcune sozze e orride Arpie. Per alcuni minuti, Kessi fissò la porta stupito; quindi avanzò timidamente in punta di piedi e tentò di aprirla. Ma la porta era chiusa a chiave. Spinto da una curiosità sempre più viva, Kessi incominciò a bussare e a picchiare alla porta, ma non ebbe nessuna risposta.
Allora, sfinito, si sedette e attese. "Qualcuno" pensava, "verrà e mi farà entrare".
L'attesa si protraeva; a poco a poco, vinto dalla stanchezza, Kessi si addormentò. Quando si svegliò, vide che il sole era già tramontato. Allora s'alzò e si accinse a ritornare a casa; ma ecco in lontananza un piccolo lume scintillante apparire improvviso e dirigersi verso di lui. Sempre più vicino, sempre più sfolgorante, la luce finì con l'abbagliare Kessi a tal punto, che egli si coprì gli occhi con entrambe le mani. Ma, quando le tolse, vide, in piedi dinanzi a sé, un'alta figura, ammantata di luce, che teneva fra le mani una chiave splendente.
"Straniero," disse Kessi, inchinandosi dinanzi alla figura "ho atteso a lungo davanti a questa porta: ti prego, fammi entrare!".
Ma lo straniero scosse il capo. "No," rispose "non posso farlo. Questa è la porta del tramonto; al di là di essa si stende il regno dei morti. Nessun morto che abbia varcato questa soglia può mai ritornare indietro!".
"E tu, "chiese allora Kessi, fissando la chiave che lo straniero teneva in mano "come fai, tu, a passare?".
Lo straniero sorrise. "Io," rispose "sono il Sole". E, girando la chiave nella toppa, aprì la porta ed entrò. Nel frattempo, dall'altra parte della porta, gli spiriti dei defunti si radunavano lentamente per dare il benvenuto al dio del Sole che, come ogni notte, veniva a visitarli, e tra di essi si trovava il padre della bellissima sposa di Kessi.
Quando egli udì la voce del genero, fu invaso dalla gioia: "Mai prima di ora" pensò "un uomo vivo è venuto a visitare i morti. Ora, finalmente, potrò avere notizie dei miei cari".
Pertanto, appena la porta si fu aperta, cadde ai piedi del dio Sole e prese a implorarlo. "Mio buon signore," gridò mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime "permetti che Kessi varchi quella soglia, affinché io possa avere notizie della mia famiglia".
"Va bene," disse il dio del Sole impietosito "fai dunque entrare Kessi, e lascia che egli segua i miei passi giù per l'oscuro sentiero. Ma, una volta penetrato in questo regno, egli non potrà mai più tornare sulla terra dei vivi. Sorveglialo, e non perderlo mai di vista. Quando avrà veduto ogni cosa consegnalo a me, che lo metterò a morte".
Non appena il dio del Sole ebbe pronunciato queste parole, la grande porta si spalancò nuovamente e Kessi si trovò all'imbocco di una lunga e oscura galleria, con in fondo la figura del dio Sole che si andava allontanando. Subito il suocero si fece avanti e gli fece cenno di seguirlo. A un tratto, mentre oltrepassavano un gomito della galleria, Kessi si fermò. Contro il rosso chiarore si profilavano le ombre di centinaia e centinaia di trapassati, che attizzavano un grande fuoco.
"E chi sono costoro?" mormorò Kessi al suo compagno.
"Sono i fabbri del dio che forgiano i fulmini e i lampi che egli scaglia sulla terra".
Improvvisamente, la luce che li aveva costantemente preceduti, si fermò e, quando si avvicinarono e il suo bagliore li illuminò in pieno, Kessi vide che erano giunti al termine della galleria; dinanzi a una porta massiccia stava il dio del Sole.
"Kessi," disse il dio "tu sei ora alla porta del mattino, e non puoi procedere oltre. È giunta per te l'ora di morire".
All'udire queste parole, Kessi fu preso da un tremito.
"Signore dio," egli implorò, e la sua voce era rotta dai singhiozzi "non prendermi nel fiore degli anni! Vorrei rivedere i miei cari, prima che sia giunta la mia ora!"
Il dio del Sole si mosse allora a pietà, e ricordò come in passato Kessi avesse onorato lui stesso e gli altri dei.
Dolcemente, dunque, gli disse: "Kessi, colui che ha contemplato le cose della morte non può far ritorno nel mondo dei vivi. Nondimeno, io ti condurrò in un mondo di luce, e assieme a te anche la tua sposa, poiché ti collocherò tra le stelle per tutta l'eternità".
Così anche oggi, nelle notti serene, si vede risplendere nel cielo il Cacciatore, e accanto a lui, Shintalimeni e le sue sei sorelle.

...