BONAFEDE ROSANNA

Title:FAVOLA DI MARZO
Subject:ITALIAN FICTION Scarica il testo


Favola di marzo


-----------------------------------------------------------------------------di Rosanna Bonafede

Favola di marzo
storia speciale
esci dal foglio
fatti raccontare...
C'era una volta in un paese non troppo lontano, una principessa che era davvero bella
e aveva lunghi capelli color del grano maturo.
Si chiamava VANESSA ma tutti la chiamavano PRINCIPESSA PETROSA
perché non rideva e non piangeva mai.
Si diceva che al posto del cuore avesse una pietra, il che non era affatto vero.
La ragazza però era vittima di un brutto incantesimo che le era stato scagliato da
un mago nemico del re, suo padre, colpevole di avere smascherato certi imbrogli magici
davanti a tutto il reame.
Cosí il cuore della principessa batteva e palpitava regolarmente, ma sotto una spessa
coperta di strati pesanti dentro alla quale l'aveva rinchiuso il mago suddetto
condannandola a una vita fatta di solitudine e ore vuote.
E la maledizione di vivere senza emozioni l'avrebbe accompagnata fino a quando
qualcono non le avesse regalato un seme di speranza, un germoglio di ottimismo.
Senza sorrisi e senza pianti, la vita della principessa scorreva così, lenta e
monotona, tant'è che quando raggiunse l'età giusta per fidanzarsi, il re cominciò a
preoccuparsi per questa figlia bellissima, ma particolare.
Avrebbe trovato un principe azzurro una principessa così grigia?

Cuore di pietra
pietra di cuore
è arido vivere
senza l'amore......

Al re sarebbe andato bene anche un principe celeste chiaro, blu scuro, e perfino
nero, purché se la sposasse.
Ma nessuno dei pretendetni era mai stato capace di smuovere la nobile figliola dal
torpore in cui sembrava immersa.
Il re allora bandì un bando in cui faceva sapere che c'era una principessa bella e
ricca ma infelice che bisognava riuscire a conquistare.
L'impresa era ardua, ma il mondo pieno di nobili cuori e chissà, qualcuno prima o poi
sarebbe riuscito nell'intento!
In quei giorni la ragazza se ne stava per ore e ore nel grande terreno incolto che
circondava il castello.
Lì seduta, guardava fisso davanti a sè un orizzonte fatto di terra arida, pieno di
dure zolle che il sole aveva riarso e succhiato con le grandi cannucce dei suoi lunghi
raggi.
Arrivarono per un colloquio parecchi principi e nobili cavalieri, sperando di
smuoverla, commuoverla e ottenerla in sposa.
Ma la principessa non si muoveva di lì.

Color di principe
tinta regale
galoppa nel mondo
col tuo manto fatale....

Giunse un PRINCIPE BIANCO con il mantello candido senza macchia perfino
senza paura.
Costui le portò in dono un anello prezioso con un diamante sfaccettato che aveva le
straordinarie forme della vetta del monte Bianco.
Ma VANESSA non degnò nè lui nè il prezioso monile di uno sguardo e continuò
assorta a guardare davanti a sè.
Dal suo castello di corallo arrivò il PRINCIPE ROSSO, quello che ammazzava a più
non posso, quello che si lavava le mani con il sangue dei nemici e i piedi con quello
degli amici.
Costui venne preceduto dalla sua fama con il nobile regalo, un mantello rosso che
più rosso non si può, tessuto con petali di papaveri e pelle di fragola.
Il principe lo stese ai piedi della principessa ma lei non lo considerò e così il vento se
lo portò via con le sue invisibili mani rapaci.
Da una contrada abbastanza vicina, sopraggiunse il BARONE DI CUORI che però non riuscì a fare breccia in quello della PRINCIPESSA PETROSA.
Narrano che restasse tanto male per l'insuccesso subito, che quando se ne andò aveva
il cuore crepato, tant'è che da allora la sua non lontana contrada prese il nome di
Crevalcore.
Poi fu la volta del PRINCIPE GIALLO con l'aureola dorata e subito dopo giunse
il CONTE VIOLA con la sua larga scia profumata, ma nessuno di loro attirò
l'attenzione della bella principessa.

Principe verde
non troppo lontano
portale un dono
che non sia vano.....

C'era lì vicino al castello, la povera casa di un vecchio contadino che aveva un figlio
capace di seminare come nessun altro nel contado e che conosceva le radici, i tronchi
e i segreti di tutte le piante e il numero dei petali di tutti i fiori.
Costui, tutto vestito di verde, lavorava ogni giono nei campi e seguiva con occhi e
cuore curiosi il miracolo dei semi che si rinnovano.
Guardando all'orizzonte, là finiva il terreno incolto del castello e cominciava
quello coltivato, la PRINCIPESSA PETROSA si accorse un giorno di quel puntino
verde che si muoveva.
Pensò fosse un altro principe in arrivo.
In realtà, il figlio del contadino stava come al solito seminando e lo faceva con tanto
ardore che zolla su zolla arrivò al confine del campo.
Vide la bella ragazza bionda, le si avvicinò e notò lo sguardo triste, gli occhi persi.
- Poverina, - pensò - che terreno brullo ha intorno a sè. Domani le porterò un po' di
semi!
E all'indomani eccoli di nuovo lì, lei rigidamente seduta e persa nel suo nulla, lui
sempre verdevestito con in mano un povero sacchetto di tela.
Dentro a questo sacchetto c'erano i semi dei fiori più belli dei campi e anche quelli
raccolti nei giardini: margherite, primule, viole, ginestre e fiordalisi, papaveri e
narcisi, gladioli, giunchiglie e rose, gigli, orchidee e tuberose.

Ragazzo di campo
semina nel vento
i germogli per un cuore
infelice e scontento...

Il giovane mise il sacchetto tra le mani della ragazza, ma lei parve non vederlo
ed allora lui con tanta pazienza lo riprese e parlando dolcemente si mise a spiegare
che lì dentro c'era un pezzetto di futuro, colori che gli occhi avrebbero visto
le fragranze che le narici avrebbero catturato.
E mentre diceva queste cose, cominciò a spargere piccoli semi scuri e sottili ed altri
chiari e rotondi ed altri ancora dalla forma allungata.
La principessa pensò che questo principe verde era diverso perché le aveva portato
doni che non si vedevano ma che era bello immaginare, meraviglie future contenute
in minuscoli, insignificanti frammenti.
Una finestrella piccola piccola si aprì lentamente nel suo cuore serrato facendosi
sempre più grande mano a mano che le parole del giovane cadevano nel bianco
silenzio del mattino.
Erano parole verdi di speranza, piene di domani e accese di futuro che ruzzolavano
come capriole gioiose sul cuore della povera giovane.
Il ragazzo verde mentre parlava, lanciava i semi sulle zolle accompagnandoli con
larghi gesti del braccio e della mano, quasi fosse un rito.
La principessa, che non aveva mai visto niente del genere, si trovò a pensare che
davvero questo principe era diverso dagli altri.
Continuò a guardarlo anche mentre liberava le zolle dalle pietra che appesantivano
raccogliendole ad una ad una e disponendole poi con garbo tutt'intorno al perimetro
di terreno che aveva seminato.
Ad ogni pietra raccolta, il cuore della ragazza si alleggeriva sempre più, come
liberandosi dei pesanti macigni che lo opprimevano.

Zolla di terra
goccia di nube
raggio di sole
viso di fiore...

I giorni passano, le settimane pure.
Ogni pomeriggio il ragazzo verdevestito andava nel campo vicino al castello a
trovare i suoi semi e la principessa.
innaffiava, conciamva e sempre raccontava di colori e bagliori, di splendori e odori,
finchè un giorno i semi cominciarono a germogliare.
La pioggia e il sole li avevano alimentati con le loro ricchezze invisibili e un mattino
all'improvviso fu tutto uno sbocciare di boccioli, un aprirsi di corolle, un impazzire
di api.
In men che non si dica, la principessa si trovò circondata da un anello fiorito il
quale formava la più bella aiuola che si fosse mai vista.
Richiamato dal risveglio dei suoi semi, arrivò il ragazzo verde.
Vedendo quella macchia ondeggiante, corse più del solito e giunse trafelato giusto in
tempo per scorgere il primo sorriso della principessa inebriata da quella confusione
naturale.
Il cuore della PRINCIPESSA PETROSA si era del tutto liberato dagli oscuri strati
che lo imprigionavano e nell'abbraccio in cui la strinse il giovane, cominciò a battere
come un qualunque piccolo, palpitante, allegro cuore di ragazza.

Zolla petrosa
aiuola fiorita
sboccia l'amore
sorride la vita....

Così la principessa tornata ormai VANESSA, prese il ragazzo per mano e lo portò al
castello presentandolo al padre come PRINCIPE VERDE.
Il re che non aveva mai visto sua figlia sorridere nè così piena di vita, si affrettò ad
accoglierlo come genero perché chiunque egli fosse, meritava il giusto premio per
quanto aveva fatto.
Vennero organizzate le nozze più fiorite del secolo e più profumate del millennio.
Il PRINCIPE VERDE costruì un bel castello proprio là, su quel pezzo di terra in
cui era cresciuto il loro amore e dove ancor oggi continuano a crescere fiori su fiori e
dove la gente vive tuttora felice e anche contenta.


Favola di marzo

storia di primavera

si dice che tu sia

anche un po' vera.........


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