JEROME KLAPKA JEROME

Title:STORIE DI FANTASMI PER IL DOPOCENA
Subject:ENGLISH SATIRE & HUMOR Scarica il testo


Jerome Klapka Jerome


STORIE DI FANTASMI PER IL DOPOCENA


PRELIMINARI.

Era la Vigilia di Natale. Inizio così, perché questo è il modo
corretto, ortodosso e rispettabile di cominciare, e io sono stato
educato in modo corretto, ortodosso e rispettabile e mi è stato
insegnato a fare sempre la cosa più corretta, ortodossa e
rispettabile; e resto fedele all'abitudine.
Naturalmente, a titolo puramente informativo, non c'è nessun bisogno
di nominare la data. Il lettore esperto sa che era la Vigilia di
Natale, senza che io glielo dica. E' sempre la Vigilia di Natale,
nelle storie di fantasmi.
La Vigilia di Natale è la gran nottata di gala dei fantasmi. La
Vigilia di Natale, celebrano la loro festa annuale. La Vigilia di
Natale, nel Paese dei fantasmi, tutti coloro che "sono" qualcuno (o,
piuttosto, penso che, parlando di fantasmi, si dovrebbe dire tutti
coloro che "sono" nessuno) escono per mostrarsi in pubblico, per
vedere ed essere visti, per andarsene a spasso e far mostra ognuno del
proprio sudario e lenzuolo funebre, per criticare l'abbigliamento e
sogghignare ciascuno della cera dell'altro.
«La Parata della Vigilia di Natale», come credo la chiamino anche
loro, è sicuramente una cerimonia preceduta da grandi preparativi e
aspettata con ansia in tutto il Paese dei fantasmi, specialmente dal
bel mondo, come i Baroni assassinati, le Contesse macchiate dal
crimine dei Conti che arrivarono con il Conquistatore, assassinarono i
loro parenti e morirono pazzi furiosi.
Si può esser certi che tutti studiano con impegno sordi lamenti e
ghigni demoniaci. Le prove delle urla raccapriccianti e dei gesti che
gelano fino al midollo iniziano, probabilmente, con settimane di
anticipo. Si revisionano e si approntano per l'uso catene arrugginite
e pugnali insanguinati, e si tirano giù i lenzuoli e i sudari
accuratamente conservati dopo la cerimonia dell'anno precedente, si
sbattono, si rammendano e si arieggiano.
Oh, che notte eccitante, la notte del ventiquattro dicembre, nel Paese
dei fantasmi!
Forse avrete notato che i fantasmi non escono mai la notte di Natale.
Si immagina che la Vigilia di Natale sia già troppo per loro: non sono
abituati a tanto movimento. E' certo che, passata la Vigilia di
Natale, per circa una settimana i signori fantasmi si sentono la testa
come un pallone e se ne vanno in giro promettendo solennemente a se
stessi che, la prossima Vigilia, la smetteranno, mentre le signore
spettri sono volubili e stizzose e pronte, se solo si rivolge loro la
parola, a scoppiare in lacrime e a lasciare di corsa la stanza, senza
nessun motivo apparente.
Credo che, occasionalmente, i fantasmi che non hanno una posizione da
mantenere (semplici fantasmi borghesi) facciano qualche apparizione
nella stagione morta: la Vigilia di Ognissanti e a San Giovanni, e
qualcuno fa una capatina anche per un semplice avvenimento locale; per
celebrare, per esempio, l'anniversario dell'impiccagione del nonno del
tale o per profetizzare una sventura.
Adora profetizzare le sventure, il fantasma inglese medio. Mandatelo a
predire guai a qualcuno, e è felice. Permettetegli di penetrare con la
forza in una casa pacifica e mettere tutta la casa sottosopra,
predicendo un funerale, preannunciando una bancarotta o alludendo a
una prossima disgrazia, o a qualche altro terribile disastro del quale
nessuno, nel pieno possesso delle proprie facoltà, vorrebbe sapere
prima più di quando sia proprio indispensabile, e che sia
completamente inutile conoscere in anticipo: ebbene, lui sentirà di
unire dovere e piacere. Non se lo perdonerebbe mai, se qualcuno della
sua famiglia avesse dei guai e lui non fosse stato lì, con un paio di
mesi di anticipo, a giocare tiri mancini sul prato o a fare
l'equilibrista sulla spalliera del letto.
E poi ci sono anche i fantasmi molto giovani, o molto coscienziosi,
con un testamento perduto o un codicillo sconosciuto che gli pesa
sulla coscienza, che appariranno frequentemente, per tutto l'anno; e
pure il fantasma inquieto, e che è indignato perché è stato sepolto
nella spazzatura o nel laghetto del paese, e non concede ai paesani
una sola notte di quiete finché qualcuno non gli paga un funerale di
prima classe.
Ma queste sono le eccezioni. Come ho detto, il fantasma medio
ortodosso fa il suo giretto una volta l'anno. La Vigilia di Natale, e
è soddisfatto.
Perché poi, di tutte le notti dell'anno, proprio la Vigilia di Natale,
non sono mai riuscito a capirlo. E', immancabilmente, una delle notti
più lugubri per starsene all'aperto: fredda, umida e fangosa. E poi,
si sa benissimo che a Natale tutti ne hanno già abbastanza, dovendo
sopportare una casa piena di parenti vivi, senza bisogno che ci si
mettano anche i fantasmi di quelli morti a bighellonare in giro.
Ci dev'essere qualcosa di spettrale nell'aria di Natale, qualcosa in
quell'atmosfera pesante, opprimente, che attira i fantasmi, come
l'umidità delle piogge estive fa uscire le rane e lumache.
E non solo i fantasmi vanno sempre a passeggio la Vigilia di Natale,
ma i vivi si riuniscono e ne parlano la Vigilia di Natale. Ogni volta
che cinque o sei persone di lingua inglese si raccolgono intorno a un
fuoco, la Vigilia di Natale, incominciano a raccontarsi storie di
fantasmi. Non siamo soddisfatti, la Vigilia di Natale, se ognuno non
racconta aneddoti, autentici, sugli spettri. E' una allegra stagione
di feste, e a noi piace meditare su tombe, cadaveri, e assassini, e
sangue.
Le nostre esperienze con i fantasmi si assomigliano molto, ma,
naturalmente, non è colpa nostra: è colpa dei fantasmi, che non
provano mai a fare uno spettacolo nuovo e si tengono ben stretta la
loro vecchia parte infallibile. Il risultato è che, quando avete
partecipato una volta a una festa, la Vigilia di Natale, e avete
sentito sei persone raccontare le proprie avventure con i fantasmi,
non avete più bisogno di ascoltare altre storie di fantasmi. Ascoltare
ancora delle storie di fantasmi sarebbe noioso e ripetitivo come
assistere due volte a una farsa o abbonarsi a due giornali umoristici.
C'è sempre il giovanotto che, una volta, ha passato il Natale in una
casa di campagna e, la Vigilia di Natale, l'hanno messo a dormire
nell'ala occidentale. Poi, a metà della notte, la porta della stanza
si apre silenziosamente e qualcuno (generalmente, una signora in
camicia da notte) entra lentamente e viene a sedersi sul letto. Il
giovanotto pensa che si tratti di una delle ospiti o di qualche
parente dei padroni di casa - anche se non ricorda di averla vista
prima - che, non riuscendo a dormire, si sentiva sola e malinconica e
è venuta nella sua stanza per fare due chiacchiere. Non ha nessun
sospetto che sia un fantasma: è così ingenuo! Lei non parla, comunque,
e, quando il giovane guarda di nuovo, se ne è andata!
La mattina dopo, il giovanotto racconta il fatto a colazione e chiede
a ciascuna delle signore se era lei la sua visitatrice. Ma tutte gli
assicurano di no e il padrone di casa, diventato mortalmente pallido,
lo prega di non dir più nulla dell'accaduto, cosa che al giovanotto fa
l'impressione di una ben strana e singolare richiesta.
Dopo colazione, il padrone di casa prende da parte il giovanotto e gli
spiega che quello che ha visto era il fantasma di una signora che è
stata uccisa proprio in quel letto, o che in quel letto ha ucciso
qualcun' altro (la differenza è ridicola: potete diventare un fantasma
uccidendo qualcun'altro o facendovi uccidere, dipende dai gusti). Il
fantasma dell'assassinato, forse, è più popolare, ma d'altra parte, se
siete l'assassinato, potete spaventare meglio la gente, perché potete
far vedere le ferite e lamentarvi.
Poi c'è l'ospite scettico: a proposito, è sempre «l'ospite» a finire
coinvolto in simili avventure. Un fantasma non è mai molto entusiasta
della sua famiglia: le sue apparizioni gli piace farle a quell'ospite
che, la Vigilia di Natale, dopo aver ascoltato la storia di fantasmi
del padrone di casa, ci ride su e dice di non credere per niente che
esistano i fantasmi e che, con il permesso della compagnia, quella
stessa notte dormirà nella camera infestata.
Tutti lo inviano a non essere avventato, ma lui insiste nella sua
impresa temeraria e, a cuor leggero, sale con una candela in mano
nella camera gialla (o di qualsiasi altro colore sia la camera
infestata), augura a tutti la buonanotte e chiude la porta.
La mattina dopo, ha i capelli bianchi come la neve.
Non dice a nessuno ciò che ha visto: è troppo raccapricciante.
C'è anche l'ospite audace, che vede un fantasma, e sa che è un
fantasma, e lo osserva, mentre entra nella stanza e scompare
attraverso i pannelli che rivestono la parete; e poi, visto che il
fantasma sembra non avere intenzione di tornare, e non avrebbe senso
restare sveglio, se ne va a dormire.
Non dice a nessuno di aver visto il fantasma, per paura di spaventare
gli altri (certa gente diventa così nervosa, a sentirne parlare!), ma
decide di aspettare ...