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VARMA NISHU
Title:PERCHÉ LA MORTE E INVISIBILE
Subject:FICTION
Nishu Varma
PERCHÉ LA MORTE E INVISIBILE
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Da I BASTONI DELLO YETI E ALTRE FAVOLE DI NEPAL
EMI 1996
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C'era una volta un boscaiolo che abitava con sua moglie ai bordi di una foresta. Erano tutti e due vecchi e stanchi, ma dovevano lottare ogni giorno per la propria sopravvivenza. Il boscaiolo tagliava la legna e andava a venderla in città, però non riusciva a ricavarne un guadagno decoroso. Spesso la coppia doveva accontentarsi di un solo pasto al giorno.
Una mattina il boscaiolo partì presto per la foresta ed entro mezzogiorno aveva raccolto un bel po' di legna. Legatala in un fascio, se la mise sulla testa e si diresse verso la città. Per non sentirsi solo, cominciò a fantasticare, immaginando tutto quello che avrebbe potuto fare con il guadagno di quella vendita. Essendo però una persona molto concreta, si annoiò presto delle fantasticherie e si fermò a riposare sulla riva di un fiume.
Quando fu pronto per ripartire, provò a sollevare il fascio di legna, ma non ci riuscì. Provò e riprovò, ma niente da fare.
Disperato sussurrò fra sé: Non ci riesco, sono debole e stanco. Qui non c'è nessuno che possa darmi una mano. Neanche la morte mi viene incontro .
Sedette per terra, pensando al da farsi e, all'improvviso, sentì che qualcuno arrivava. Alzò lo sguardo e vide una figura vestita di nero. Con le lacrime agli occhi, chiese: «Chi sei? Cosa fai in questa foresta, dove non viene neanche la morte?».
«Sono io la morte», rispose la nera signora. E gli fece capire che, sentendo le sue lamentele, era venuta per rassicurarlo che non si era affatto dimenticata di lui. Il vecchio rabbrividì a quelle parole, e per sicurezza le chiese: «Come faccio a sapere che tu sei davvero quel che dici di essere?». Allora, la signora disse: «Ti prego, guarda quella donna che sta riempiendo la sua giara, là, dall'altra parte del fiume. Ecco, lei ha già vissuto i suoi giorni ed è tempo che se ne vada da questo mondo». Dicendo così la morte puntò un dito verso la donna e quella cadde a terra, né più si mosse.
Il boscaiolo si impaurii ancora di più e chiese quanto tempo gli restava da vivere. «Cinque anni. Verrò da te fra cinque anni. Arrivederci». E la morte sparì.
Da quel giorno la vita del nostro boscaiolo cambiò. Ogni mattina partiva presto per la foresta e, finito il lavoro della giornata, andava alla ricerca di un albero dal tronco grande come una casa. Una volta trovato quest'albero, si mise a ricavarne una casa vera e propria, una casa di ben cinque piani!
Così passarono quattro anni e sei mesi. La casa scavata nel tronco d'albero era una bellezza da vedere! Il boscaiolo ne era molto orgoglioso. Soddisfatto della sua opera, poté finalmente concedersi un bel periodo di meritato riposo a casa.
La moglie in tutti quegli anni era stata una testimone silenziosa. Pur essendo curiosa di sapere cosa stesse succedendo, non aveva voluto far arrabbiare il marito con le sue domande. Ora, vedendolo a suo agio e riposato, si permise di chiedere: «Che cosa è successo? Cosa hai fatto ultimamente? In che cosa sei stato tanto impegnato?».
Allora il boscaiolo le raccontò tutto e le fece capire che ormai aveva solo sei mesi di vita. La donna si mise a piangere, ma egli la rassicurò dicendo: «Cara, non disperarti. Ho già pensato a tutto. Sono sicuro di poter resistere alla morte. Altrimenti... ti resterà una bella casa!». Davanti alla tranquillità del marito, la donna si calmò pensando che Dio non poteva essere tanto crudele con lei.
Passarono i sei mesi rimasti e il giorno stabilito la morte arrivò per portare via con sé il boscaiolo. «Ti aspettavo» disse quest'ultimo. «Sono pronto, però avrei un ultimo desiderio. Ho costruito una casa-albero nella foresta e mi piacerebbe mostrartela. Vuoi vederla?».
La morte non poteva rifiutare ad un morente l'ultimo desiderio e partirono insieme per la foresta, mentre la moglie del legnatolo recitava una preghiera per il marito, anche se era convinta che nulla si potesse fare contro le leggi della natura.
Arrivati alla casa-albero, il vecchio aprì l'uscio e invitò la nera signora ad entrare. La morte rimase stupita, perché non aveva mai visto niente di simile. La si udì spesso sussurrare: «Se avessi una casa così!». Erano all'ultimo piano, quando il vecchio si scusò dicendo di avere un urgente bisogno corporale e che sarebbe tornato subito. Ma una volta fuori chiuse a chiave il portone della casa e tornò da sua moglie.
La donna fu felice di rivederlo e a lungo festeggiarono questa vittoria sulla morte. Il vecchio, poi, si vantava di questa faccenda e la raccontava a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo.
Così passarono tantissimi anni e la morte restava prigioniera, mentre il boscaiolo invecchiava sempre di più. La vita nel mondo continuava, e la gente non moriva più.
Era un bel problema. Anzi sorsero tantissimi problemi e nacque un bel caos sulla terra, tanto che Dio in persona dovette intervenire. Andò a cercare il carceriere della morte. Lo trovò ancora più vecchio e più debole, ora anche cieco. «Non sei stanco di vivere?» gli chiese il Signore avvicinandolo. «Ormai non ci vedi neanche più!». Allora il vecchietto confessò ogni cosa e disse: «È stata una follia incarcerare la morte. Come hai detto, sono cieco. Non riesco neanche più a camminare. Però, se qualcuno potesse portarmi sulle spalle, andrei a liberare la morte».
Dio lo prese in braccio e lo portò alla casa-albero. Il boscaiolo aprì il portone e fece uscire la prigioniera. Vedendo Dio in persona, quest'ultima disse: «Signore, dammi un altro compito. Non sono degna di questo ufficio». Essa era chiaramente invecchiata, stanca, allampanata. Ma il Creatore del mondo si rifiutò di accogliere la sua richiesta, dicendo: «Non posso cambiare i compiti che ti ho affidato, anche se trovi difficile svolgerli bene. È una sfida e devi accettarla per quello che è. Devi, inoltre, fare sempre meglio e non ripetere gli errori che hai commesso. Però questa volta, avendo visto la tua sofferenza, potrei ricompensarti in un altro modo. Dimmi cosa vuoi e il tuo desiderio sarà esaudito».
La morte allora, dopo averci pensato a lungo, disse: «La gente che mi vede si impaurisce e pensa a tutti gli inganni possibili per evitarmi. Perciò preferisco non farmi vedere, per compiere meglio il mio dovere. Signore, fammi diventare invisibile!».
Si sostiene che è da quel giorno che la morte non si fa più vedere e nemmeno sentire quando si avvicina alla persona che ha vissuto la sua vita e deve lasciare questa terra.
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