VARMA NISHU

Title:I BASTONI DELLO YETI
Subject:FICTION Scarica il testo


Nishu Varma
I BASTONI DELLO YETI

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Da “I BASTONI DELLO YETI E ALTRE FAVOLE DI NEPAL”
EMI 1996

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Ai piedi della Grande Montagna1 abitava una famiglia di sherpa2, il papa, la mamma e due figli: Mingma e Urgen.
Mentre Mingma, il maggiore, era un uomo di successo, attivo e astuto, Urgen, il minore, si mostrava pigro e fannullone: insomma, un buono a nulla!
I genitori lodavano continuamente Mingma, ma per Urgen non avevano che rimproveri. Lo sgridavano almeno venti volte al giorno. E un giorno la madre, esasperata, gli disse: «Mi vergogno di un figlio di vent'anni che non fa niente. Non lavora e non guadagna, non studia e non aiuta. Perciò non hai diritto di mangiare in casa nostra. Ascoltami bene, Urgen: d'ora in poi o ti guadagni il cibo o smetterai di mangiare».
Il giovane, punto nell'orgoglio, prese tre pani e informò la madre: «Me ne vado. Tornerò solo quando sarò diventato qualcuno».
La madre pensò che non lo avrebbe più rivisto, ma era tanto stufa di sopportare la sua pigrizia che non se ne dispiacque poi tanto!
Il giovane, felice di allontanarsi da casa e soprattutto dall'impareggiabile fratello maggiore, imboccò, quasi senza rendersene conto, una strada che portava verso la montagna. Non aveva idee precise su cosa fare e dove andare; camminò, camminò, finché non ne poté più. Alla fine sedette sul bordo della strada, vicino ad una tana, e disse ad alta voce: «Ne ho in mano tre. Dovrò mangiarne uno alla volta o tutti e tre assieme?».
Caso volle che nella tana, vicino alla quale Urgen si era seduto, ci fosse una famiglia di yeti3: marito, moglie e figlio. Lo yeti padre ebbe paura e pensò fra sé: È vero che l'uomo è più piccolo di noi, ma è anche più intelligente. Sa già che siamo in tre e dice di averci in mano! Come farà? Ci ucciderà in un attimo, se non penso subito a qualcosa che ci salvi la vita! . Perciò uscì dal nascondiglio e si avvicinò al giovane per fargli una proposta: «O valoroso uomo, non ci uccidere! Lasciaci vivere e ti regalerò un bastone magico, che farà tutto quello che tu vorrai ed esaudirà ogni tuo desiderio».
Il giovane rimase sorpreso, ma si rese subito conto della situazione e si dispose ad approfittarne. «Va bene, - disse con un volto serio e corrucciato - per questa volta non vi faccio niente, ma dov'è questo bastone?». Lo yeti gli diede il bastone e sparì nella tana. Il giovane prese l'oggetto in mano, lo rigirò da ogni parte e rimase perplesso: sembrava un bastone del tutto ordinario!
Urgen voleva tornare dai suoi genitori, ma prima voleva essere sicuro del fatto suo. Si diresse, quindi, verso la casa di un suo cugino.
Una volta arrivato, raccontò ai parenti quello che gli era successo. Naturalmente essi gli chiesero di sperimentare la magia. Urgen mostrò il bastone e suo cugino gli domandò di far apparire subito una borsa piena di monete d'oro. Fu un attimo e tutti i presenti furono abbagliati dallo splendore di una grande borsa piena di monete d'oro, nuove di zecca!
Urgen affidò il bastone a sua zia, perché lo custodisse e, stanco com'era per la lunga camminata, andò a dormire.
La mattina dopo riprese il bastone e si incamminò verso la casa dei genitori. La madre fu molto stupita nel vedere il figlio che tornava così presto e fu ancor più stupita quando lo sentì dire: «Ho con me una cosa che risolverà tutti i nostri problemi, e senza nessuna fatica». Mostrando il bastone aggiunse: «Basta esprimere un desiderio e sarà subito esaudito».
La madre, sempre più convinta dell'insulsaggine del figlio, si limitò a chiedere un sacco di miglio. Ma, nonostante il figlio ripetesse l'ordine con sempre maggiore veemenza, non successe niente: nessun effetto magico, neanche un chicco di miglio!
La madre si arrabbiò come non le era mai successo in vita sua e cominciò a picchiare il figlio con lo stesso bastone che questi gli aveva portato, finché non si ruppe. Cieca dalla rabbia, disse allora a Urgen: «Sei uno stupido! Non ti vergogni di prendermi in giro così? Vattene e non farti più vedere!».
Il giovane capì di essere stato ingannato nella casa del cugino, ma non sapeva come provarlo. Era anche lui furioso e voleva dare una lezione a quegli imbroglioni dei suoi parenti, ma non riusciva a trovare il modo.
Dopo averci pensato molto, tornò sulla montagna e, avvicinatosi alla solita tana, disse ad alta voce: «Ne ho in mano tre...». Subito lo yeti uscì fuori e rinnovò la proposta di scambiare la vita della sua famiglia con un altro bastone magico. Allora Urgen raccontò tutto quello che gli era successo e chiese se non c'era un bastone che avrebbe saputo dare una lezione ai parenti. Lo yeti glielo diede e spiegò: «È sufficiente dire 'vai' e il bastone saprà cosa fare. Per farlo smettere basta dire 'stai'. II giovane ringraziò l'uomo delle nevi e andò di nuovo a casa di suo cugino.
Quando la zia lo vide arrivare ebbe paura e chiese alla famiglia di trovare tutte le ragioni possibili per spiegare la sostituzione... del tutto casuale! Ma Urgen non fece neanche cenno alla cosa. Disse solo che lo yeti gli aveva dato un altro bastone, ma questa volta non c'era nulla di magico. Di sicuro era un semplice bastone di legno.
Gli avidi parenti non gli credettero neanche un po' e, dimenticata la paura di poco prima, pensarono di rubargli anche questo. La zia disse: «Andate a cercare un bastone uguale, poi cercheremo di prendergli quello che ha portato». Fecero presto a trovare il bastone adatto: allora si radunarono tutti davanti alla stanza degli ospiti e aspettarono in silenzio finché Urgen non cominciò a russare forte. «Ci penso io» disse allora la zia: ed entrata nella camera si avvicinò pian piano all'oggetto desiderato. Ma appena lo toccò sentì un «vai», e il bastone si mise al lavoro picchiandola a tutto spiano.
Naturalmente Urgen aveva fatto finta di dormire e aveva aspettato il momento giusto. Quando la zia si era avvicinata aveva messo il bastone al lavoro .
La povera donna si mise a piangere e a gridare, implorando Urgen di fermare il bastone maledetto, e promettendogli di restituire il primo che aveva rubato.
I parenti, che stavano fuori, a sentire tutto il trambusto, entrarono nella stanza e il bastone... cominciò a darle di santa ragione anche a loro.
Alla fine Urgen, sentendo i lamenti e le invocazioni di tutti, disse «stai» e il bastone si fermò all'istante. La zia allora restituì il primo bastone. Con esso il giovane tornò dai suoi genitori, e questa volta riuscì a realizzare davvero i loro desideri. Ma non solo. Chiese scusa per la sua pigrizia del passato e con l'aiuto del primo bastone si mise a fare opere di solidarietà verso i poveri, mentre, con l'aiuto del secondo bastone, puniva i malviventi che tormentavano i deboli.
1 La "Grande Montagna" è l'Everest. la più alta vetta della catena dell'Himalaya. che sovrasta tutto II paese del Nepal.

2 Popolazione di origine mongola, abitante lungo le frontiere del Nepal e del Tibet. I loro uomini sono famosi come guide e portatori per le escursioni sull'Himalaya.

3 Lo yeti è. secondo la leggenda, un essere che assomiglia all'uomo, ma di proporzioni gigantesche. Vivrebbe fra le nevi eterne deH*Himala\a e alcuni esploratori ne avrebbero visto le orme.


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