PARLAGRECO CORRADO

Title:LA FAVOLA DI ROSA
Subject:ITALIAN FICTION Scarica il testo


Corrado Parlagreco


LA FAVOLA DI ROSA



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Era un venerdì.
Lassù il venerdì è un giorno particolare. LUI fa il giro di tutta l'organizzazione.
È un'abitudine che GLI è rimasta da quando aveva deciso di programmare il tempo ristrutturando il Caos.

Da allora, Lassù, dal lunedì al venerdì si lavora sodo. Il sabato si prega. La Domenica si riposa.
Così quel venerdì LUI eterno ed immutabile, rifece il solito giro.
Per ultimo, come sempre, si riservava il reparto "PRODUZIONE CREATURE A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA".
È il reparto che LUI ama di più. Essere Onnipotente è bello ed è divertente fare e disfare il Fato; muovere le grandi forze, le tempeste, le esplosioni; fare il minimo ed il massimo; punire, giudicare, salvare e così via. Ma fare gli esseri a Sua immagine e somiglianza gli dava sempre un'incredibile gioia e tenerezza.
Ogni venerdì, dunque, faceva il giro di tutti i reparti ma non vedeva l'ora di arrivare là. Entrava e beato, con orgoglio e trepidazione guardava la produzione sempre più evoluta, nuova e raffinata. Dal primo uomo fatto alla buona con il fango, qualche pietra ed in economia di costole che erano servite a fare anche la donna, ne era passato del tempo!
Ora la produzione è vertiginosa. Richiede metodo, velocità, precisione e stock di materie prime.
Facendo il giro del Reparto dava sempre un'occhiata a tutte le sostanze ed ai pezzi già pronti che vengono usati per fare uomini e donne. Capelli di tutti i tipi, occhi trattati con particolari sostanze prese dall'arcobaleno, pelli per confezione esterne, cuori collaudati e precisi come cronometri, gambe e braccia da applicare, sostanze riempitive sode e plastiche per dare forza o dolci come miele, panna e burro per ottenere morbidezza. E poi il reparto sessi.
Belli e così importanti. Uno scaffale di teneri batuffolini per le femmine ed un altro pieno di simpatici pacchettini con l'asta per i maschi.
Bene. Quel venerdì verso sera, LUI entrò nel Reparto con il sorriso radioso sull'enorme barba fluente e subito si rese conto che qualcosa non andava. Il nastro trasportatore era fermo e tutti gli Angeli Addetti facevano ressa ad un banco tra voci, traffici e confusione.
"COSA SUCCEDE QUI !" tuonò la SUA voce possente ed il salone piombò nel silenzio degli Angeli che lievi lievi cercavano di tornare ognuno al proprio posto.
Uno degli Addetti si voltò verso di LUI e disse: "SIGNORE, abbiamo una consegna da fare ed il materiale non corrisponde alla scheda."
Un fatto veramente incredibile per un posto così organizzato e perfetto; eppure il Caos si insinua ancora, qualche volta, Lassù.
LUI si avvicinò al banco ed esaminò la situazione. La scheda era per un essere femminile richiesto in un piccolo sperduto paesino tra le montagne, in Italia.
Il materiale necessario per la produzione non c'era negli scaffali.
"Questa creatura - tuonò LUI - deve essere consegnata entro mezzanotte, come previsto."
"Ma è Venerdì SIGNORE - obiettò l'Addetto - come facciamo per il materiale....ed il tempo....ed il trasporto....". "BASTA! - tuonò ancora l'ONNIPOTENTE - la faccio IO".
E incominciò.
Pelle: c'erano solo degli scampoli. Ne scelse uno di qualità stupenda ma che però era poco più della metà della misura normale. "Bisogna farla molto morbida" disse. Inserì un telaio di ossicini teneri teneri e incominciò a riempirla con miele, panna e burro. Poi modellò tutto e tutto riusciva bene ma un po' sul piccolo.
Piccola la testa, seno piccolo ma alto, braccia e gambe perfette ma un po' corte, piedi minuscoli.
"È una creatura troppo dolce" pensò l'Angelo Addetto.
"Non importa - disse LUI che naturalmente sente anche i pensieri - ho messo un cervello furbo."
Sul visino rotondo sistemò due orecchie piccole come conchiglie e una bocca rossa di velluto.
"Denti" - chiese. - "Sono rimasti solo questi" - disse l'Addetto.
LUI li raccolse in un pugno e poi li sistemò un po' larghi l'uno dall'altro. Bellissimi e con la fessura in centro.
"Capelli - disse - Li voglio lunghi e leggeri". "Che colore?" chiese l'Addetto. "Dammeli neri - Deve andare in un buco di paese nel Sud d'Italia. Se non la mandiamo nera nascono guai."
"Occhi". "Siamo rimasti a corto" disse l'Addetto.
Effettivamente non era rimasto un granché. C'era solo un paio di occhi molto belli, di un colore tra nocciola e verdi con spettacolari pagliuzze cangianti.
Erano avanzati perché riusciti troppo sottili e delicati.
"Mettiamo questi - disse LUI - ci starà attenta. E poi con un paio d'occhi come questi troverà sempre chi la porterà per mano."
Aggiunse sopracciglia lunghe e ciglia lunghissime e morbide.
Sesso.
"Ho dovuto economizzare - disse LUI a questo punto - ma qui mettiamo il meglio!"
Ne scelse uno che sembrava una rosa fatta a cuoricino. Lo mise a posto.
L'accarezzò con tenerezza e la rosa si dischiuse appena appena un po'.
Sollevò la bambolina. L'accarezzò tra i capelli e poi sugli occhi. Lei li aprì, li sbatté una volta o due e poi sorrise, allegra, dolce con la fessura in mezzo ai denti e gli occhi di mille colori.
"Bella birba" disse LUI e un sorriso apparve anche sotto il suo barbone.
Poi LUI tornò burbero ed efficiente.
"Ecco fatto" - disse.
L'Addetto, rispettosamente, chiese: "In che categoria, SIGNORE ?"
Dovete sapere che al momento della creazione ogni individuo viene assegnato ad una categoria in modo da equilibrare sempre le condizioni dell'umanità.
In partenza uno si trova assegnato alla categoria dei buoni, o degli avari, o degli imprudenti o dei sognatori e così via.
Poi, naturalmente, sulla Terra si regola e fa come può ma la categoria iniziale condiziona sempre la sua vita.
Così l'Addetto, per poter completare ed archiviare la scheda, fece quella domanda.
"Quale categoria, SIGNORE ?"
"Con quello che ho usato - disse LUI - c'è una categoria sola: AMOROSA".
Ooooh! sospirarono insieme tutti gli Addetti.
Perché la categoria AMOROSA è riservata a ben poche creature ed è un fatto non eccezionale ma certo abbastanza raro da meritare un bel sospiro.
"Fatela partire" - ordinò LUI e guardò il suo piccolo capolavoro che sul nastro agitava braccine e gambe e sorrideva piena di gioia.
"Manca pochissimo a mezzanotte - disse l'Angelo Addetto alla consegna - ed è una notte molto buia".
LUI stava uscendo dal salone; si voltò un momento e disse: "Vai, svelto e con fiducia".
Uscì ed alzò una mano. Il vento incominciò a soffiare forte, le nuvole si ritrassero e la luna piena illuminò il cielo.
L'Addetto alla consegna prese il fagottino, lo strinse al petto e si tuffò giù.
Scese a lungo, il più velocemente possibile, deciso ad arrivare per tempo.
Non fu facile trovare il posto. Era un tetto piccolo piccolo tra casette strette una all'altra a ridosso della montagna.
Il vento era forte ma la luna faceva un chiarore incredibile.
Con un po' di affanno l'Angelo si fermò e batté leggermente alla finestra.
Due donne, avvolte negli scialli scuri, aprirono la finestra e videro la bambina.
"Eccola, eccola! - gridarono tutte eccitate. - È una bambina! Che bella! Come si chiama?..."
L'Angelo aveva dato un bacio tra gli occhi vispi e furbi della piccolina e già aveva spiegato le ali per il ritorno.
Sentì la domanda: - Come si chiama?........
Si voltò e ridendo disse: "Si chiama Amorosa......." E volò via.
Il vento soffiava forte. La voce dell'Angelo si disperse e rinfranse in un eco dolce.....rosa.....rosa.....
"Ha detto ROSA - disse una delle due donne - l' ho sentito: ha detto Rosa".
Prese il fagottino della creaturina che incosciente sorrideva sempre con la sua fessurina fra i denti e si precipitò dentro la casa gridando:
"Eccola! È arrivata......è arrivata Rosa......."
Il vento se ne andò dopo aver sbattuto le persiane delle finestre. Le nuvole si ammucchiarono nascondendo la luna.
Due tetti più in là, il campanile aprì un occhio sonnolento e batté la mezzanotte.


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