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BROGI GIOVANNI
Title:DUE PASSI CON SIMONE
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Subject:ITALIAN FICTION
Speaker:GUARDIGLI MICHELA
Giovanni Brogi
DUE PASSI CON SIMONE
.o00o.
"Perché non scrivi le storie che mi racconti ?" Mi ha chiesto Simone durante una delle passeggiate serali in pineta, "Mmmm, non lo so. Certo potrei scriverle, ma solo quelle che mi piacciono di più" Ho risposto.
La sera dopocena qui al mare spesso esco con Simone e ogni volta mi chiede di raccontargli una storia diversa.
A volte Chiara sta in casa con la mamma, perché dopo pochi passi ha sonno e vorrebbe andare a dormire.
"Mi racconti una storia stasera o non hai fantasia ?" Mi ha chiesto ad un tratto Simone.
"Che cosa?" ho chiesto.
"A volte mi dici che non hai fantasia" ha insistito Simone.
Non posso ammettere di avere poca fantasia, così sono costretto a raccontargli una storia.
Allora, c'era una volta uno che non aveva abbastanza fantasia, e quando doveva raccontare una storia non sapeva mai cosa dire.
"Come faccio ad inventare una storia ?" Diceva "Come si fa a creare un bel racconto con il pensiero? non mi viene in mente niente, oppure penso a delle sciocchezze!"
Un giorno andò a trovare un mago, suo amico e parlando un certo punto venne fuori che non riusciva a creare delle storie con la mente.
"Non riesco ad avere dei pensieri creativi" gli disse.
"La mente non crea i pensieri, I pensieri sono di tutti, basta saperli cogliere quando passano" gli disse il mago
"Che cosa ?" rispose l'uomo
"Si, " continuò il mago "I pensieri passano nella nostra mente e noi dobbiamo afferrare quelli giusti e farli diventare nostri".
"Ma com'è possibile? " Chiese scettico l'uomo, "Nella mia mente non passano".
"Se i pensieri non attraversassero la tua mente non riusciresti neppure a parlare con me " disse il mago, "da dove vengono le tue frasi ? le domande e le risposte ?"
"hai ragione" disse l'uomo.
Il mago continuò: "Il pensiero è come un paesaggio: il paesaggio è di tutti e passa sotto i tuoi occhi. Ma tu puoi scattare una fotografia del paesaggio e la foto che hai scattato è solamente tua."
"E allora come faccio a creare qualcosa" ? chiese l'uomo.
"Pensa ad una cosa qualsiasi "
"Un barattolo di marmellata" rispose l'uomo, "Ma che sciocchezza!" aggiunse storcendo la bocca.
"No, no. va benissimo" disse il mago "Tu hai preso dal pensiero un barattolo di marmellata e l'hai messo nella tua mente. Che tipo di marmellata è ?" chiese.
"Non lo so, come faccio a saperlo ?" ribatté l'uomo.
"Facile, basta leggere l'etichetta" affermò sorridendo il mago.
"Beh.. è di albicocche" disse l'uomo.
"Hai visto ? se non fosse stata nella tua mente come avresti potuto leggere l'etichetta ?" disse ancora il mago, "Che sapore ha ?"
"Come che sapore ha ?" chiese ancora l'uomo
"Assaggiala" disse il mago.
"L'assaggio con un cucchiaino" disse divertito l'uomo "ma prima devo aprire il barattolo, è chiuso con una fascetta"
"Ehi" lo interruppe il mago "dove hai trovato quel cucchiaino ?"
"Non so mi è venuto in mente" rispose l'uomo.
"Visto ? adesso hai preso un cucchiaino e l'hai portato nella mente perché ne avevi bisogno. E dopo che avrai usato il cucchiaino per assaggiare la marmellata lo lascerai sporco ?" incalzò il mago
"Che cosa ? Dovrei preoccuparmi anche di lavarlo e rimetterlo a posto ?" chiese l'uomo a bocca aperta.
"Andiamo avanti," disse il mago ignorando la domanda, "apri quel barattolo"
"Poc" fece il barattolo aprendosi nella mente dell'uomo.
"Adesso l'assaggio" disse l'uomo gustando il sapore della marmellata "è normale marmellata di albicocche...le albicocche mi piacciono ma non mi piace la marmellata."
"l'assaggia con la mente" mi corregge Simone
"Si, certo, con la mente" confermo.
"Ma..." dice ad un tratto l'uomo affondando il cucchiaino nel barattolo. C'è un intero pezzo di albicocca dentro... allora non è marmellata, è confettura" Quindi assaggia il pezzo di albicocca e lo trova gustoso "Ed è anche buona!"
"Il barattolo di marmellata è la tua mente ed era chiuso con una fascetta perché tu non hai ancora attinto ai tuoi pensieri." comincia a spiegare il mago. "la marmellata sono i tuoi pensieri e non ti piacevano perché assaggiavi solo la parte più superficiale, ma se vai a fondo nella tua mente vedrai che troverai dei pensieri che ti piaceranno."
"Già" dice l'uomo "è straordinario"
"E adesso cosa pensi di fare con quel cucchiaino usato ?" Domanda il mago.
"Ah, è semplice: lo faccio sparire così:" e con un puff, seguito da una breve nuvoletta il cucchiaino scompare dalla mente dell'uomo.
"Ottimo" Dice il mago, "mi sembra un'elegante soluzione. Così vedi che puoi prendere le cose che ti servono e farle sparire quando non ti servono più."
Faccio qualche passo in silenzio
"E' finita la storia ?" chiede Simone
"Quasi."
"E c'è una cosa ancora più straordinaria" dice il mago all'uomo. "Anche noi siamo fatti di pensiero."
"Che cosa ?" chiede l'uomo sbalordito.
"Già" dice il mago "In realtà noi siamo una storia che un babbo sta raccontando a suo figlio mentre passeggiano dopocena al mare..."
"Naaa" dice Simone ridendo.
"Chissà" continuo, "anche noi potremmo essere pensieri, e questo mondo potrebbe essere un pensiero in una mente"
"Ah si ? e come sarebbe possibile ?" Mi chiede Simone.
Volgo lo sguardo in alto. Vedo il cielo nero della notte con un sacco di stelle.
"La risposta è nelle stelle" rispondo un po' misteriosamente
"Che cosa centrano le stelle ?" Chiede Simone
"Io intuisco solo metà della risposta. L'altra metà la dovrai intuire da solo, magari quando sarai più grande.
Pensa se il cielo stellato fossero atomi che compongono una materia così grande che noi non possiamo vedere. Il mio babbo mi faceva spesso questo esempio.
Oppure magari gli atomi di un pezzettino di antenna di una formica sono dei mondi abitati con uomini, televisori, computer. Potrebbe anche essere così!"
"Ci mancava solo un babbo filosofo." Afferma Simone storcendo la bocca.
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