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FAMULARO MASSIMO
Title:IL PRINCIPE VERDE
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Subject:ITALIAN FICTION
Speaker:GUARDIGLI MICHELA
Massimo Famularo
IL PRINCIPE VERDE
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C'era una volta, in una terra molto lontana, un regno felice. Tutti andavano d'amore e d'accordo e non c'era proprio nessuno che se la passava male. Il re era un uomo saggio e giusto e non faceva mancare nulla ai suoi sudditi che gli volevano bene come ad un padre. Inoltre era un ottimo diplomatico e da tempo immemorabile il paese non conosceva la guerra. Potremmo già dire "e vissero tutti felici e contenti". Ma la favola è appena all'inizio.
Si avvicinava per il buon sovrano il tempo di lasciare la carica, dato che ormai era piuttosto in là con gli anni, ma la cosa non lo preoccupava minimamente.
Infatti sapeva di lasciare il regno in buone mani e di andare incontro a una serena vecchiaia. In quel paese infatti anche le persone anziane vivevano bene e godevano felici dei frutti del loro lavoro di una vita. Insomma era proprio una di quelle società che esistono solo nelle favole.
Le buone mani di cui si è parlato prima, erano quelle del principe Oukon, conosciuto universalmente come il Principe Verde a causa del colore della sua calzamaglia. A questo punto è lecito chiedersi: metteva sempre la stessa calzamaglia e non si cambiava mai ? Beh il quesito è interessante. Può darsi che avesse diverse calzamaglie tutte uguali, o che disponesse di qualche magico sistema di lavaggio ultrarapido... più semplicemente possiamo dire che come tutti i personaggi delle favole non era afflitto da questi problemi. Quello che ci interessa è che era bellissimo e tutte le ragazze del reame impazzivano per lui. Inoltre era molto saggio, in più di un occasione si era dimostrato più capace di suo padre, aveva la forza di dieci uomini (ma c'è chi giura che fosse molto più forte), era furbo e abilissimo in qualsiasi campo fosse richiesta una pronta intelligenza: in poche parole aveva tutte le virtù possibili e immaginabili. Inutile dire che metteva le sue doti al servizio degli altri e che passava il suo tempo a curare la mente ed il corpo di modo che diveniva ogni giorno più bello, più saggio, più colto, etc., etc. Verrebbe voglia di dire :"E vissero tutti felici e contenti", ma il bello della favola deve ancora venire.
Un giorno arrivò un terribile drago sputafuoco che gettò il felice reame nel panico. Un principe che si rispetti sarebbe corso subito spada alla mano a cercare di uccidere il drago. Ma il nostro era un tipo particolare e si limitò ad osservare il mostro per un po'. Poi si fece sotto senza scudo e senza armatura, forte solo del suo coraggio, di tre mele e di una pera. Dopo ch'ebbe lanciato la prima mela al drago, questo divenne docile come un cagnolino. Il principe lo carezzò e gli diede la seconda mela. A quel punto il drago si accovacciò vicino al principe e gli raccontò la sua storia.
Il suo nome era Xeno ed era stato cacciato dalla terra dei draghi perché aveva le orecchie corte. I draghi dalle orecchie lunghe odiavano a morte i draghi che avevano 10 cm in meno nelle orecchie. Per questa ragione erano stati cacciati inseguiti e massacrati quasi tutti. Il povero drago non intendeva far male a nessuno nel regno felice, ma il suo aspetto aveva involontariamente spaventato tutti. Dopo l'ultima mela il principe verde chiese al drago quali fossero le sue intenzioni. Questi rispose che andava nella città-che-non-c'è , un posto che è a sud, andando verso nord ed ad est andando verso ovest. Lì i draghi con le orecchie lunghe vivono in pace con quelli con le orecchie corte e persino con gli uomini. Il principe mangiò la pera e donato al drago un sacco pieno di mele tornò al suo castello.
I giorni passavano dalla partenza del drago ed il principe continuava a diventare più bello, più saggio, etc. etc. incurante delle fanciulle del reame che morivano tutte d'amore per lui. A chi gli chiedeva quando intendesse sposarsi, lui rispondeva che non era ancora tempo. Fino a qui potremmo dire: " .. e vissero tutti felici e contenti" , ma il bello deve ancora venire.
Un giorno arrivò nel regno felice il cavaliere nero, un uomo talmente malvagio che tutti rabbrividivano al solo vederlo. Il principe verde lo affrontò con le armi e con l'astuzia: dopo averlo abbagliato riflettendo la luce del sole col suo scudo lo disarcionò e lo sconfisse. Il tristo cavaliere attendeva il colpo di grazia, ma il buon principe, gettata la propria spada, gli si sedette a fianco e gli offrì una mela. Il cavaliere raccontò che era nato cattivo e che fin dall'infanzia era sempre stato il terrore di chiunque gli si fosse avvicinato. In passato aveva provato a dimostrare agli altri che aveva bisogno d'amore e di comprensione, ma aveva trovato solo odio e tradimento, tutto quello che riusciva ad ottenere dalla gente era il falso rispetto guadagnato con la violenza. Avrebbe voluto essere misero e debole, spezzarsi la schiena dall'alba al tramonto lavorando nei campi, per trovare a sera il calore di una famiglia e l' affetto di amici fidati. Ma in sorte ciò non gli era stato concesso. Così vestita la sua armatura nera, vagava per il mondo. Anche nel regno felice era stato maltrattato dai tutti, perché avevano riconosciuto subito la sua malvagità. Perché fosse cattivo davvero non lo sapeva. L'unico crimine gli sembrava di aver commesso era di essere venuto al mondo. Ora si dirigeva verso la città-che-non-c'è , dove nessuno è buono o cattivo dalla nascita. In quel posto lontano inoltre i buoni e i cattivi vivono in pace. Il principe verde morse la sua solita pera e dopo aver donato una scorta di mele al cavaliere nero tornò al suo castello.
Era giunto il tempo che un nuovo re salisse sul trono del regno felice, ma per farlo il principe doveva sposarsi. Accettata la proposta della principessa del regno ricco, si fissò la data del matrimonio. Nel regno ricco le strade erano d'oro, i lampioni di diamante e la carta igienica di piume di papero. All'alba di quel giorno il principe partì di nascosto con il suo fido scudiero, portando con sé solo una bisaccia di mele ed una pera. Lo scudiero, che era ancora un ragazzo, gli chiese dove stavano andando. Addentando la pera il principe rispose:<>. Dopo un lungo viaggio raggiunsero la loro meta e, adesso è proprio il caso di dirlo, "vissero felici e contenti".
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