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BADIALI MASSIMILIANO
Title:LA LEGGENDA DI SAN SIMONE
Subject:ITALIAN FICTION
Massimiliano Badiali
La leggenda di San Simone
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Si tramanda che in Borgo San Sepolcro nacque un bambino. Il suo nome era Piero.
Non giocava con gli altri coetanei, ma passava il suo tempo dentro la grande chiesa di San Francesco. E là andava ad osservare il volto dolce della Madre, quello sguardo meditativo ed austero, quella luce dorata dell'aureola che la circondava. Passava tantissime ore muto e genuflesso.
Un giorno, vistolo spesso Stefano di Giovanni, gli si avvicinò. Era costui un vecchio e canuto pittore, dall'arte astratta e bizantina. E chiese al giovane bambino come quella Madonna gli apparisse.
E Piero rispose: "La Madre è nostra Padrona e Signora". E tacque.
Lo sai disse Stefano di Giovanni chi sono: "son'io il Sassetta, colui che dipinse il Polittico, dove Maria Madre di Dio preghi e vedi".
Piero in silenzio uscì e osservò l'immensa luce del cielo. Ogni giorno errava, dopo le assorte preghiere genuflesso, a respirare il sole. Sentiva di odorare quei calorosi raggi. Lo riscaldava quell'odore di bosco.
In quella natura sentiva l'esistenza di Dio. E sotto quei corpi sentiva respirare un anima, che la materia opprimeva.
Piero quel giorno sentiva dentro di sé una colpa: non capiva perché egli sentisse l'esistenza di Dio e della Madre, più nell'errare muto delle sue passeggiate e nell'osservare il miracolo della vita di madre natura, che davanti a quel volto austero della Madre in S. Francesco.
Sentiva di essere un peccatore ed iniziò a pregare, piangendo.
Maria, vistolo piangere, inviò San Simone.
"Piero di Benedetto dei Franceschi - gli disse San Simone -, è volontà di Maria, che tu diventi pittore. La ritrarrai in vesti di madre dell'umanità e della natura. Ritrarrai la luce della Grazia e l'ombra del peccato. La tua arte sarà per volontà divina solida e ferma di forza e di intimo. Il tuo culto sacrale sarà il Gran Mistero divino: e tu renderai carne la pietra con devozione serena.
Avrai le stigmate di Dio. Te benedico in nomine patris, filii et spiritus sancti. Tornerò da te, un'altra volta secondo la volontà dell'Altissima".
Da quel giorno Piero, con quieta grandezza dipinse quell'universo rustico e paesano con le sue mani, stigmate di una serenità immutabile e perfetta, quella di Dio.
Un giorno Piero, da Arezzo, dove aveva terminato Il ciclo della croce, tornava a Borgo San Sepolcro, dopo aver saputo della morte della propria madre.
Tornava piangente di dolore filiale ed avvolto di mestizia profonda.
Pensava al dolce volto della madre e al suo rugoso sereno di persona anziana innanzi alla morte, piena di umana pietà e di fede. Ricordava le età passate con lei condivise, quando San Simone gli apparve, con un'immensa schiera di angeli e gli disse:
"Piero, Maria Altissima vuole che tu dia al mondo di lei un volto di madre.
Incarna nella pietra il volto della madre tua e dalle il nome di Madonna.
Di quest'immagine le tue mani saranno il mezzo, tramite cui la vera immagine della Madonna madre all'umanità si presenti.
Dipingi Maria in un luogo semplice, come è il suo amore verso l'umani figli.
E la dipingerai in Monterchi, semplice borgo d'altera dignità per la sua grandezza semplice. La divinità preferisce il silenzio delle preghiere, alle chiassose umane gesta. La dipingerai in La Cappella del Cimitero, per ricordare agli uomini il dono dell'immortalità, concesso loro. Dipingi la Vergine di Speranza, simbolo di vita, Madre degli uomini tutti.
Maria Madre, gravida illibata di Gesù Cristo, Dio nostro, proteggerà tutte le gestanti e i loro parti. Il Suo parto ha dato la salvezza al mondo. Te benedico per saecula saeculorum".
Non profuse altra parola e se ne andò.
Piero dipinse la Madre di Dio, chiamandola Madonna del Parto, pensando alle parole di San Simone.
E dipinse ancora, ma lontano dai luoghi rumorosi, nelle valli o nelle pendici, dove lo Spirito Divino poteva respirare di purezza, lontano dalle strida e dagli umani lussi.
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