VARMA NISHU

Title:LE GIARE INFRANGIBILI
Subject:FICTION Scarica il testo


Nishu Varma

LE GIARE INFRANGIBILI

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Da I BASTONI DELLO YETI E ALTRE FAVOLE DI NEPAL
EMI 1996

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C'era una volta un vasaio, onesto e diligente, che faceva giare di ottima qualità e di tante misure. Era anche un uomo molto religioso: nel tempo libero pregava e tutte le sere andava al tempio per partecipare alle cerimonie e cantare gli inni.
Una volta alla settimana digiunava e offriva sempre elemosine agli uomini di Dio.
Ma c'era qualcosa che lo tormentava, un desiderio che non lo faceva essere contento del tutto: avrebbe voluto costruire giare perfette, infrangibili. Tuttavia, malgrado i suoi sforzi, si avvicinava al suo ideale, ma non lo raggiungeva mai. Giare infrangibili proprio non gli venivano!
Una notte, mentre era in dormiveglia, gli apparve Dio in persona e gli chiese: «Vuoi davvero fare giare che non si rompano mai?». «Certo, Signore! - rispose il vasaio. - Questo sarebbe il mio ideale. Se lo raggiungessi davvero, sarei l'uomo più felice del mondo».
«Pensaci bene prima, - proseguì il Signore - perché, se proprio lo vuoi, potrei anche esaudirti con un mio prodigio». Il vasaio ribadì: «È proprio quello che voglio... essere capace di fare almeno una giara perfetta!». «Va bene - disse il Signore. - Hai chiesto questo dono e l'avrai». Detto questo, sparì. Il vasaio non riuscì più a dormire e aspettava l'alba con impazienza.
La mattina seguente si alzò in fretta e corse a fare una piccola giara d'argilla. Poi la prese e la scagliò contro un muro. La giara rimase intera, senza neanche un graffio.
Il vasaio cominciò a cantare e a gridare ad alta voce: «Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Sono il vasaio più bravo del mondo. Nessuno può superarmi. A me la fama! A me le ricchezze!». I vicini, convinti che fosse impazzito, corsero per aiutarlo, ma rimasero stupiti quando videro che la giara proprio non si rompeva.
Da quel giorno la vita del vasaio cambiò. Diventò l'uomo più richiesto della zona. La gente faceva la fila davanti alla sua bottega. Diffusasi la fama, in breve anche gli abitanti degli altri villaggi accorsero per comprare le giare che non si rompevano. Il vasaio diventò ricco e famoso, come aveva previsto.
La notizia delle giare infrangibili correva, intanto, per tutto il paese e arrivò anche alla capitale, Katmandu. Quando venne alle orecchie di un ricco mercante, questi da principio si mostrò scettico: favole, dicerie! Ma con il fine senso degli affari che aveva, si disse che nessuna possibilità andava trascurata. Partì, quindi, per il villaggio del vasaio per constatare di persona. E quale non fu la sua meraviglia quando vide con i propri occhi che le giare non solo erano stupende, ma erano veramente infrangibili. Volle entrare in società con il vasaio, mettendogli a disposizione il suo capitale, la sua esperienza nel commercio e tutte le botteghe che aveva nel Paese. Non solo, per dimostrare al vasaio tutto il suo entusiasmo gli offrì in sposa la sua unica bellissima figlia.
Il vasaio accettò con piacere e accettò anche il trasferirsi a Katmandu: qui la giovane sposa sarebbe potuta restare accanto a sua madre, questo il motivo evidente; ma ce n'era un altro più segreto: egli voleva raggiungere in città quella fama e quegli onori che finora gli erano stati tributati solo nei villaggi.
Il matrimonio fu presto celebrato con grande sfarzo e grande gioia di tutti. Fu poi aperta una grande bottega nella capitale e le giare preziose andarono a ruba qui e per tutta la nazione. Quando, qualche tempo dopo, arrivò al vasaio anche la notizia di un erede, egli credette di aver raggiunto il massimo della felicità.
Ma - c'è sempre un ma nelle cose umane - ...la richiesta di giare ad un certo punto cominciò a calare. Siccome queste non si rompevano, nessuno aveva necessità di sostituirle. La fila davanti alla sua bottega diminuiva ogni giorno, finché arrivò il momento che non riuscì a vendere più neanche una giara.
Questo non ci voleva , pensò il vasaio fra sé, e si mise a disegnare nuovi modelli di giare, nella speranza che piacessero e fossero acquistate al posto delle altre. Ma niente da fare! I nuovi modelli piacevano, erano ammirati, ma nessuno comprava. E cosa ne avrebbero fatto di giare nuove, quando quelle vecchie erano perfette?
Allora il vasaio si mise le mani nei capelli e cominciò a disperarsi, preoccupato per il suo futuro e per quello della sua famiglia.
Una notte, mentre stava per addormentarsi assorto in cupi pensieri, gli apparve di nuovo Dio e gli chiese: «Come stai? Sono curioso di sapere come è andata. Raccontami tutto». «Sono l'uomo più triste della terra» rispose il vasaio. «Come mai? Non volevi fare delle giare perfette? E allora cos'è che non va?». L'uomo parlò con tristezza: «Mi ero sbagliato. Vorrei tanto fare giare che si rompano appena buttate contro una roccia!...». «Non ci capisco niente - disse il Signore. - Una volta volevi giare che non si rompessero; adesso vuoi giare che si rompano... Perché?».
«Tu sai ogni cosa - rispose il vasaio. - Conosci i miei pensieri. Sai il motivo della mia disperazione. La gente ha comprato le giare, ma ora non ne vuole più perché quelle sono infrangibili. Non riesco più a vendere e il guadagno che ho fatto mi basterà solo per un po'.
Poi cosa succederà alla mia famiglia? Che futuro potrò offrire a mio figlio?».
«Pensaci bene! - Dio ripetè il consiglio della prima volta. - Se annullo il mio dono, non sarai più in grado di fare giare perfette. Pensaci bene!».
«Sarò felice di fare giare normali. Così, ogni volta che se ne rompe una, la gente tornerà da me o andrà da altri vasai e tutti potremo guadagnare qualcosa. Per favore, fammi tornare un vasaio normale!», supplicò l'uomo e improvvisamente si svegliò. Preso dall'ansia, non riuscì ad aspettare la mattina. Nel cuore della notte andò nella bottega e fece una terracotta modellandola a forma di giara. Poi la prese e la scagliò contro il muro. La giara si ruppe in mille pezzi.
Così il vasaio tornò felice. E diventò ancor più religioso, perché aveva capito che la felicità non sta nel cercare di fare cose perfette, ma nel fare il proprio lavoro con onestà e semplicità, cercando di avere un cuore grande verso tutti e di compiere opere di beneficenza.

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