CAVEGGIA MIRELLA

Title:MICIOLANDIA
Subject:DRAMA Scarica il testo


MICIOLANDIA

PERSONAGGI

MARIETTA una ragazzina alla soglia dell'adolescenza

LULU' sorellastra di Marietta, un poco più grande di lei

LA MATRIGNA madre di Lulù

PERUZZO alberello personificato

FORNETTO forno a legna personificato

COLIBRI'
FILOMENA detta FIFI' Regina dei Mici
MICIOCUOCO
MICIOSAGGIO

MICINI E MIGINE FIGURANTI


La storia si svolge in uno di quei villaggi delle fiabe d'oltralpe, in un tempo imprecisato.

SCENE

PRIMO ATTO:


- Nella cucina della casa di Marietta e Lulù
- In campagna all'aperto
- Nelle cucine del Castello
- Nella cucina della casa di Marietta e Lulù



SECONDO ATTO:

- Identica successione delle Scene




ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

La scena rappresenta la cucina della casa di Marietta, un interno di dimensioni ridotte, non ricco, ma pulito e curato. Sul fondo una porta e una piccola finestra con tendine a quadretti e fiori sul davanzale. Al centro, quattro sedie e un tavolo ricoperto di una tovaglia quadrettata come il paralume che lo sovrasta e le tendine alle finestre.

Sul lato sinistro un caminetto o una stufa. Accanto, Marietta seduta su uno sgabello, sta sbucciando patate. Ai suoi piedi un vecchio gatto di peluche.

MATRIGNA: (Fuori scena, con voce imperiosa) Lulù, piccina mia, dovresti farti i boccoli, così possiamo andare a passeggio. Marietta! (Con impazienza) Mariettaaa! Dove ti sei cacciata?

MARIETTA: (Posa il coltello e la patata che ha in mano, si china, prende il gatto di peluche sulle ginocchia, lo accarezza). Puki, ti devo lasciare. (Si alza, tenendo il gatto in braccio e grattandogli il naso). So già cosa mi tocca fare. Ma ti prometto che appena ho finito, torno da te. (Lo posa amorevolmente sulla sedia). (A voce alta) Sono in cucina, arrivo. (Al gatto) Ti voglio bene, lo sai. Ti ricordi quando la mamma, prima di volare in cielo, ti ha portato qui? Stavi fra la frutta e la verdura nella sporta della spesa e lei ti ha tirato fuori imitando un lungo "miaooo" di gatto e ti ha nascosto in un cespo di lattuga.(Sospira) Lei non c'è più e io sono rimasta sola. Papà è sempre in viaggio. La matrigna e la sorellastra Lulù mi trattano molto duramente. Non mi resti che tu. Tu solo mi hai tenuto compagnia.

MATRIGNA: Marietta! (Irrompe nervosa) Ma è possibile che debba sempre rincorrerti? Ti ho cercata nel pollaio. Potevi dirmelo che avevi finito fuori con le galline.

MARIETTA: (A Puki, sottovoce e rapidissimamente, appena la matrigna è entrata strillando) Mi hai tenuto compagnia. Ti ringrazio e così sia. (A voce alta). Eccomi.

MATRIGNA: Cosa fai ancora qui? Sai che il lunedì è il giorno del bucato, Muoviti! Prendi il cesto, la biancheria e il sapone e fila al torrente, sai che non sopporto i ritardi.

MARIUCCIA: Non potrebbe venire Lulù insieme a me? Potrebbe essere la volta buona per diventare buone amiche.

MATRIGNA: Ti si è capovolto il cervello? Tua sorella non gira con te, e non deve lavorare. Non è abituata e per fortuna non ne ha bisogno. (Gira le spalle, esce di scena e una volta fuori sospinge dentro con un piede una grossa cesta piena di panni da lavare, lanciandovi dentro un pezzetto di sapone). (Da fuori, forte): Lei e le sue are di signorina. Gliela do io...

MARIUCCIA: (Guardando con apprensione in direzione della porta da cui la donna è uscita, corre ad afferrare il gattino e lo nasconde nel cesto): Puki, tu vieni con me. Non si sa mai. Oggi è la Festa della Mamma. Per strada parleremo di lei. Vorrei tanto poterle ancora fare un regalo. Andiamo, il torrente mi sembra ogni volta più lontano. Questa volta ci sbrigheremo (Oscillando l'indice da destra a sinistra). Eh, no. Questa volta non voglio prendermele. (Posa Puki dentro il cesto, che solleva con sforzo e si avvia verso l'uscita). La Festa della Mamma deve essere una giornata bellissima e senza tristezza. Dobbiamo organizzarcela. Così lei si sentirà in buona compagnia, riderà insieme a noi e ci manderà un segno che ci sta vicino.


SCENA SECONDA

Una stradina di campagna in mezzo ai prati. Sulla destra, alcuni alberi. In mezzo a essi sta in piedi un bambino o una bambina in calzamaglia, che rappresenta un alberello. Le braccia, un po' piegate e staccate dal corpo, portano attaccate delle pere di cartone. Altre pere possono essere applicate lungo il corpo ed eventualmente sul capo. Ai piedi dell'alberello c'è una cassetta di frutta vuota, A sinistra, sul davanti, si vede un forno di mattoni, e vicino ad esso, per terra, un cestello con un tovagliolo a quadretti. Sul fondo, in centro, si trova un laghetto seminascosto da un monticello con una piccola staccionata. Dietro, invisibile, può essere sistemato un materassino su cui si butterà la piccola protagonista. Si odono suoni di campagna, fronde che stormiscono e uccellini che cinguettano.

Marietta entra in scena, l'attraversa sul davanti, esce dal lato opposto. Dopo una ventina di secondi rientra per uscire ancora. Così due o tre volte, per fare vedere che cammina e cammina.... Ad ogni entrata appare appena più stanca, e avanzando un po' più lentamente rivela che il percorso è lungo e faticoso. Nel frattempo si odono frammenti del suo discorso con Puki.

MARIETTA: (1a entrata): Puki, se non è distratta dalla festa lassù, forse la mamma ci ascolta. Chiediamole quattro cose: primo, che la matrigna diventi più buona e mi voglia un po' di bene...

(2a entrata) Secondo, che non mi faccia più sgobbare troppo senza dire mai grazie...

(3a entrata) Terzo, che Lulù diventi una sorellina come si deve... (esce)

(4a entrata) Quarto, che non allunghi mai più le mani, giochi con me qualche volta e mi inviti ad andare con lei a passeggio...

Quando la quarta volta passa in prossimità dell'albero senza notano, Marietta si sente chiamare.

PERUZZO: Signorina Marietta, per favore, mi dai un aiuto? Non ce la faccio più.

MARIETTA: Ma chi mi chiama? (Si gira)

PERUZZO: Sono io, Peruzzo. Sono così carico che se qualcuno non mi scuote e non mi libera di questi frutti maturi, stramazzo secco al suolo. Ho tutti i rami doloranti. Vuoi staccarmi questi pesi di dosso?

MARIETTA: Volentieri. Posso davvero immaginare cosa sia il tuo fardello. Anche io ne ho uno non da poco. Ma certo tu devi patire più di me, che mi posso sempre scaricare (posa il ceste in terra con un sospiro di sollievo). Ti alleggerisco, con piacere. Ti sentirai subito meglio.

Lo scuote dolcemente facendo cadere alcune pere (che saranno state attaccate in modo precario). Altri frutti li stacca ad uno ad uno con le mani, facendone un mucchietto ai piedi dell'albero.

MARIETTA: (Ne rigira una fra le mani) Sono una meraviglia. Così fresche e profumate (Ne aspira ad occhi chiusi l'odore). Non ho mai visto frutti tanto belli.

PERUZZO: Ah, che sollievo. Mangiane una, o anche di più, quante ne vuoi, prima che le vengano a prendere i mici per consegnarle alla mia padrona.

MARIETTA: Grazie, una mi basta, la mangerò più tardi. (Inquieta).
Ora devo scappare, scusami tanto. Sono in ritardo.(Riprende la cesta e sl allontana verso l'uscita, sostando un attimo prima di sparire) Chi è la tua padrona? È fortunata.

PERUZZO: È Filomena, detta Fifì, la Regina di Miciolandia. Se passi qui un'altra volta, ti racconterò di lei

Marietta riprende il cammino entrando e uscendo da una parte all'altra (ma gli accorgimenti per indicare questi spostamenti possono essere diversi, per esempio un siparietto davanti al quale fa la spola). Mentre Marietta prosegue tutta concentrata, ripetendo a se stessa: "Devo sbrigarmi, devo sbrigarmi", si anima il forno di mattoni. (Può essere una grossa scatola da imballaggio - ad esempio quella di un elettrodomestico - ricoperta di carta adesiva, che imita i mattoni con una porticina ritagliata. Al suo interno sarà seduto un piccolo attore, che tiene in grembo alcuni panini).

FORNETTO: Per carità, signorina Marietta, cava fuori i miei panini da questo calore. Finché erano crudi tutto andava benissimo, ma adesso non lo sopportano più, si stanno scottando sopra e sotto La mia padrona cosa troverà? Fra un attimo saranno tutti carbonizzati, duri come pietre, saranno ridotti a mucchietti neri con un filo di fumo. Poveri loro! Che brutta fine è destinata a fare tutto questo ben di Dio se tu non intervieni. Qui non passa anima viva.

MARIETTA: Volentieri. Posso capire quanto le michette devono patire con tutto quel caldo intorno. (Si accosta per aprire).

FORNETTO: Ehi. attenta a non scottarti,

MARIETTA: Sarò velocissima. Così (Apre il forno, infila dentro la mano che si protegge con un lembo del grembiulino con tasche che indossa ed estrae rapidamente un panino dopo l'altro, gettandoli nel cestello in terra, con il gesto di chi lascia cadere dalle mani qualcosa che scotta).

FORNETTO: Ah, che sollievo, sono ancora dorati e croccanti. Assaggiane uno. Prendine quanti ne vuoi.

MARIETTA: (Ne prende uno, ne aspira il profumo e lo spezza). Ancora fumante, che fragranza. Beato chi ti trova tutti i giorni. Me lo mangio e ne conservo un altro per dopo. Ma a chi è destinato ...