LA FONTAINE JEAN DE

Title:L'ASINO E I SUOI PADRONI
Subject:FRENCH MISCELLANEOUS WRITINGS Scarica il testo


Jean de La Fontaine


XI - L'Asino e i suoi Padroni

D'un ortolano l'Asino soleva
della sua sorte sempre lamentarsi,
perché doveva alzarsi - egli diceva, ogni mattina prima dell'aurora,
e spesso prima ancora
che si risvegli il gallo... e ciò perché?
- La gran ragion qual è
che mi rompon il sonno mio beato?
Son quattro erbaggi e un cavolo
che reco sul mercato -.

Così dicea la malcontenta bestia,
finché per torla un poco di molestia
la Sorte prova a dargli altro signore,
mettendolo al servizio
d'un certo conciatore.
Ma fu malaugurato il benefizio,
perché l'odor e il peso delle pelli
fece parere i cavoli
e gli erbaggi a portar molto più comodi.

- Ah! - grida allor la bestia sciagurata, m'era ben dato prima facilmente
senza spendere niente
una foglia carpire d'insalata
col volgere soltanto della testa.
Or non mi resta, tolto ogni provento,
che pigliar bastonate ogni momento -.

La Sorte, buona ancora a contentarlo,
e per finire il guaio,
appresso a un carbonaio
pensò di collocarlo;

ma l'Asino non meno si lamenta.
Allor fuori di sé
la Sorte disse: - Questa bestia grulla
mi dà da fare più di cento re.
Crede d'esser la sola malcontenta
e ch'io non abbia proprio da far nulla -.

La Sorte avea ragione.
Della fortuna sua ciascun si duole,
e d'ogni condizione
sempre la peggio è quella che ci tocca.
Se anche volesse Iddio la gente sciocca
accontentar, credete voi che questa
cesserebbe con pianti e con parole
di rompergli la testa?



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